Uscita autonoma studenti: la ministra difende i prof e loro le sparano

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di Vincenzo Brancatisano, Orizzonte Scuola, 30.10.2017

– Nel bel mezzo del processo di rovesciamento dei ruoli tra ciò che è vero e ciò che vero non è, molti docenti stanno ridicolizzando la ministra Fedeli per la sua pur inopportuna uscita in merito alla necessità che i minori vengano ritirati a scuola da un parente e stanno plaudendo al capo politico di lei che promette leggi lampo che chiariranno, assicura lui, la scabrosa faccenda.

Inopportunità per un politico non significa stupidità, né infondatezza di quel che si dice. Inopportunità vuol dire capacità di diventare impopolare tanto da far perdere voti alla propria parte politica. Ed eccoli tutti a ridere della ministra che inopportunamente ha ricordato ai poveri professori che i rischi della loro rischiosissima professione sono tanto giganteschi che se si fermassero un attimo a riflettere forse cambierebbero mestiere.

E invece loro se la ridono e continuano a portare bambini e ragazzi in gita o in giro per la città, confidando nella buona stella, come pure fanno durante l’intervallo o nel cambio d’ora o quando li lasciano andare via appena suona la campanella dell’ultima ora. In realtà  molti atteggiamenti temerari dei docenti cesserebbero se si conoscessero i fondamentali del diritto. Come si fa in definitiva a immaginare che non ci sia abbandono del minore lasciando che il minore se ne vada a casa da solo? Per il diritto, non per il buon senso tanto osannato in queste ore da tanto diffuse intelligenze e a quale tutti ci ispiriamo pensando che prima o poi questi ragazzi devono pur crescere e lo faranno tanto meglio quanto più saranno lontane le sottane della mamma. Tutti desideriamo figli autonomi ma l’Avvocatura dello Stato che pure dovrebbe difendere gli insegnanti statali ribadisce che l’autonomia va stimolata ma di pomeriggio.

E non sarà certo il buon senso che ti soccorrerà in Tribunale, caro prof., se un alunno sarà finito sotto una macchina. Per il diritto positivo, cioè per la legge in vigore qui e ora e per i principi generali dell’ordinamento mai abrogati. Se questi non cambiano il minore è un incapace e non può essere abbandonato.

Certo, si insiste, c’è minore e minore e dunque se non la capacità di agire, che si acquisisce a 18 anni, almeno la ben diversa capacità di intendere e di volere dell’alunno che si immagina capace e consapevole ma che purtroppo è stato investito potrà essere prodotta a propria discolpa in questo caso specifico (la culpa in vigilando del prof purtroppo per lui non va dimostrata ma si presume per legge…), sperando che il giudice non la cestini magari dopo essere stato convinto dal legale della famiglia che oggi su Facebook solidarizza con te, caro prof, poi non più. Ma tutto questo lo potrai fare in una delle innumerevoli udienze di un processo infinito che ti devasterà l’esistenza.

Non su Facebook, caro prof che stai sparando al medico che ti ha diagnosticato la malattia.

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Uscita autonoma studenti: la ministra difende i prof e loro le sparano ultima modifica: 2017-10-30T08:19:15+01:00 da
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