Riforma della scuola, il Veneto presenta il ricorso alla Consulta

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di Valentina Santarpia,  Il Corriere della Sera  8.9.2015.  

Dopo mesi in cui le Regioni minacciavano di ricorrere alle vie legali,
il governatore del Veneto Zaia (Lega Nord) è passato ai fatti. Già i sindacati si erano rivolti al Tar

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La Regione Veneto presenta ricorso alla Consulta contro la legge sulla «Buona scuola» perché lesiva dell’autonomia amministrativa della Regione. «La cosiddetta riforma sulla `Buona scuola´ – dice il presidente Luca Zaia (Lega Nord) – marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato». I ricorsi da parte delle Regioni erano stati già annunciati e minacciati, ma questa è la prima volta che una Regione dà mandato alla propria Avvocatura per presentare ufficialmente il ricorso alla Corte costituzionale. Già i sindacati unitariamente avevano presentato, agli inizi di agosto, le prime azioni legali, impugnando davanti al Tar del Lazio il decreto che esclude dal piano straordinario di assunzioni il personale docente abilitato ed in particolare quello in possesso dei requisiti previsti dalla Corte di Giustizia Europea.

Le motivazioni

«Chiediamo – rileva Zaia – ai giudici della Consulta di fare chiarezza nel pasticciato provvedimento governativo: non accettiamo il ruolo di spettatori inerti dell’affossamento di sistemi collaudati di istruzione e formazione come quello veneto, dove la Regione ha investito sinora importanti risorse in sostituzione dello Stato, riuscendo a garantire apprezzati livelli di qualità e di inserimento occupazionale». Tre i profili di incostituzionalità della legge 107/2013 argomentati nelle sette pagine del ricorso avanzato dalla giunta regionale veneta: la riforma affida al ministero dell’Istruzione il compito di definire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione professionale, espropriando la regione di un compito che la Costituzione le affida in competenza esclusiva; la `Buona scuola´ affida agli Uffici scolastici regionali , emanazione diretta del Ministero, e non più alle Regioni il dimensionamento della rete scolastica (cioè stabilire l’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della popolazione scolastica, del numero degli istituti e delle particolari caratteristiche del territorio), creando così una possibile sovrapposizione di competenze programmatorie tra Ministero e Regioni. Infine, molteplici e puntuali indicazioni contenute nella riforma governativa «determinano – si legge nell’impugnativa – una fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale e potenzialmente attribuiscono allo Stato competenza ad adottare non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione».

Riforma della scuola, il Veneto presenta il ricorso alla Consulta ultima modifica: 2015-09-08T17:08:16+02:00 da
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