Rinnovo Scuola, aumento valido anche per i precari (ultime notizie)

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di Niccolò Magnani,  il Sussidiario, 5.1.2018

– Contratti statali, ultime notizie di oggi 5 gennaio 2018: nessuna novità dopo incontro Aran per rinnovo contratto docenti scuola. Aumenti stipendi anche per i precari.

Nell’incontro in Aran avvenuto ieri non sono emerse al momento particolari novità eclatanti a riguardo, ovvero non si è arrivati alla fatidica firma di rinnovo per i contratti statali del mondo Scuola. Non che ce lo si aspettava già dopo due incontri, ma certifica la grande distanza esistente tra il governo e i sindacati Scuola in questa importante stagione di rinnovo e aumento degli stipendi in Pubblica Amministrazione. Il presidente Aran, Sergio Gasparrini, non è convinto per nulla delle “promesse” fatte dal Ministro Fedeli: «Nella Legge di bilancio gli stanziamenti importanti sono per ora insufficienti e sarà necessario recuperare risorse nel bilancio del ministero dell’Istruzione». Al netto delle polemiche scattate ancora in questi giorni sugli aumenti esigui e spalmati su tre anni, un punto sembra ormai chiarito che smentisce quanto emerso nei rumors delle ultime ore: gli aumenti stipendiali saranno per tutti, precari compresi. Il tutto è regolato dal contratto nazionale di lavoro del comparto scuola statale, in misura uguale per tutti i colleghi di ruolo, con l’aumento previsto di 85 euro lordi valido anche per chi stipulerà contratti di lavoro in una data successiva al rinnovo contrattuale. Come invece segnala La Tecnica della Scuola, «quello che non spetta ai supplenti sono gli arretrati, che verranno maturati solo dai docenti assunti a tempo indeterminato».

FEDELI, “CI SONO LE RISORSE PER GLI AUMENTI”

In una lunga intervista al Quotidiano.net il ministro dell’Istruzione e della Ricerca ha confermato e promesso che le risorse per rinnovare i contratti statali nel mondo Scuola ci sono. «Nella legge di Bilancio sono stati fatti importanti stanziamenti, perché per noi il rinnovo del contratto è una questione di giustizia, un atto doveroso nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche delle nuove generazioni. Rilanciare i settori della conoscenza significa infatti impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre e ai nostri giovani». Quando però il ministro Fedeli viene messa “alle strette” sui tempi di questo rinnovo, le risposte vedono molta meno chiarezza: «Sono particolarmente impegnata su questo anche se bisogna dire che il negoziato dipende dall’Aran. Senza invadere il campo di nessuno sto spingendo molto per fare bene e rapidamente il rinnovo del contratto della scuola».

IL PROBLEMA DELLE ETEROGENEITÀ

Nel vertice di oggi all’Aran i sindacati del mondo Scuola tratteranno il tema del rinnovo a partire dai tanti dubbi e critiche sulla riforma Pa voluta dal Ministro Madia: in particolare, la principale difficoltà che emerge nella categoria Scuola riguarda la sostanziale eterogeneità di comparti che rende complesso un aumento stipendi “generalizzato” come avvenuto ad esempio con il comparto centrale della Pubblica Amministrazione. Molte figure professionali assai diverse tra loro, da docenti a bidelli, da assistenti Ata fino a ricercatori e tecnologi: insomma, un vaso mondo che vede molto difficile garantite un aumento di almeno 85 euro mensili anche per le qualifiche più “basse”. Come riporta la Cisl in una nota, «nel contratto degli statali il problema di come garantire a tutti, anche alle qualifiche più basse, 85 euro lordi di aumento è stato risolto con un «elemento perequativo» per il 2018 a beneficio delle qualifiche con aumenti strutturali dei minimi inferiori a 85 euro. Per esempio: alla qualifica iniziale che avrà un incremento di 66 euro al mese si sommeranno 22,5 euro fino a dicembre 2018». Oggi all’Aran si continua la discussione ma le parti sono per ora molto distanti tra loro.

NUOVO VERTICE ALL’ARAN

Ieri il primo, oggi nuovo incontro all’Aran per provare a chiudere la partita dei contratti statali anche nel settore Scuola: i docenti fremono e le varie sigle di categorie contestano una copertura delle cifre ancora per nulla chiara. I tempi rapidi promessi ieri dal Ministro Fedeli dovrebbero comunque aggirarsi attorno ai prossimi 2 mesi, insomma prima delle elezioni politiche del 4 marzo: in ballo ci sono oltre un milione di dipendenti statali nel mondo scuola che da tempo chiedono un aumento degli stipendi decente e dignitoso. L’aumento per ora garantito dalla Pubblica Amministrazione è considerato comunque troppo “povero”: per un insegnante che oggi guadagna 1.430 euro netti arriverebbe a soli 73 euro. Questa cifra, tra l’altro, la si raggiungerà solo “a regime”, al terzo anno dopo l’accordo: sono previsti, ad oggi, 12 euro per il primo anno, 15-20 euro per il secondo e altri 40 per il terzo. Insomma un aumento “minimo” e per di più spalmato su tre anni: non proprio una grande soddisfazione per i docenti che sperano nella trattativa con Aran per provare a cambiare qualche dettaglio importante.

CONTRATTI STATALI, TRA BONUS E BATTAGLIE

Non è poi risolta per nulla neanche la vicenda dei bonus forniti ai docenti dai governi Renzi e Gentiloni: tutti i sindacati in coro chiedono di trasformare due istituto di merito in soldi fissi in busta paga: si tratta dei 380 milioni di euro che la Legge 107 oggi distribuisce per gli acquisti culturali, la card da 500 euro, e i 200 milioni assegnati ai dirigenti scolastici che a loro volta premiamo i docenti migliori. Secondo il segretario Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, «Le risorse messe a disposizione sono così basse che la trasformazione dei bonus in stipendio è l’unica strada per dare alle buste paga dei docenti un po’ di spessore». Non è ovviamente solo nella richiesta, con il segretario Flc Cgil che prende più o meno la medesima direzione: «Noi, comunque, vogliamo cambiare la Legge 107″. Il Pd renziano fa resistenza: non intende togliere principi di merito faticosamente introdotti, per la prima volta, in una riforma scolastica. I sindacati, d’altro canto, si stanno muovendo sotto la pressione del movimento “200 euro netti”, che attraverso le armi dei social ha trovato 79 mila sostenitori e chiede di non firmare un contratto “al ribasso».

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Rinnovo Scuola, aumento valido anche per i precari (ultime notizie) ultima modifica: 2018-01-05T10:07:05+01:00 da
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