Il Sole 24 Ore, 3.4.2024.
«La situazione è ormai insopportabile. Anche i ragazzi si sono resi conto che il sistema attuale è una trappola motivazionale, che finisce spesso per rendere difficile il loro percorso universitario»
Sono 584 i professori del Trentino che hanno consegnato al presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, una petizione per il ripristino degli esami di riparazione a settembre.
«Un numero che rappresenta circa la metà degli docenti dei licei e degli istituti tecnici trentini – ha detto il professor Giovanni Ceschi, presidente del Consiglio educativo provinciale, che ha consegnato la petizione con la professoressa Laura Rubagotti -. L’obiettivo della petizione è quello di rimettere sul tavolo il problema dell’efficacia del sistema delle carenze. Un sistema che differenzia il Trentino da tutto il resto d’Italia, Alto Adige compreso. Rimettere al centro il dibattito su questo strumento non per nostalgia del passato, ma perché da tempo risulta chiaro il decadimento del sistema del recupero delle carenze in vigore nella nostra scuola.
Lungi da noi voler inserire un sistema punitivo, ma va aperta la discussione su questo tema, per arrivare agli aggiustamenti necessari. Il momento sembra essere quello giusto perché l’assessore e vice presidente della giunta Francesca Gerosa ha detto che si è alla ricerca di una terza via».
Per Rubagotti «con la petizione ci si mette sulla scia dell’operazione ascolto avviata da Francesca Gerosa che si auspica venga estesa quanto prima ai docenti. La petizione è stata volutamente limitata agli insegnanti delle superiori e il messaggio che esce è chiaro: la situazione attuale è ormai insopportabile.
Anche i ragazzi si sono resi conto che il sistema attuale è una trappola motivazionale, che finisce spesso per rendere difficile il loro percorso universitario».