Cosimo De Nitto, ReteScuole 12.5.2015
Lo riporto in immagine per evitare che Faraone, Renzi, Puglisi ecc. ci rimproverino che non lo abbiamo letto. Prendo questo per via del fatto che più volte hanno ripetuto che loro vogliono diminuire il numero di alunni per classe e che questo è nel ddl. Guardate che finezza di esempio di come le parole sono usate per nascondere una realtà che in pratica, nel concreto, non accadrà mai e se mai in qualche caso si verificherà non farà altro che ratificare ingiustizie e disparità di condizioni tra scuole di serie A e di serie B.
I Dirigenti, allo scopo di migliorare “la qualità didattica”, possono ridurre “il numero di alunni e di studenti” (ma non è un’inutile ripetizione, una ridondanza dire alunni e studenti? Ci sono per caso alunni che non sono studenti o studenti che non sono alunni dentro le scuole? E allora perché la ripetizione? Forse ripetendo sembrano di più? Scrittura brutta, legislatore scarso anche dal punto di vista linguistico). Possono, che non è “devono”, a loro buon cuore. La disposizione non è vincolante, non è per tutti, ma solo per quelli che “vogliono”. Il che significa che se un dirigente vuole, “può”. Se non vuole si tiene le classi pollaio.
Questo “potere” tuttavia, non è senza condizioni e limitazioni, ci sono eccome.
Lo “possono” fare:
1) “nell’ambito dell’organico dell’autonomia assegnato”;
2) nell’ambito “delle risorse (finanziarie) anche logistiche” disponibili (che già ci sono).
Se si considera che l’organico assegnato copre appena i posti di diritto e di fatto ai sensi del DPR n. 81, del 2009 (Gelmini che aumentava gli alunni per classe), che l’organico funzionale sarà mediamente aumentato di 1,2 docenti per scuola; considerato che le risorse sono quelle che sono, considerato che le risorse logistiche (numero di aule, laboratori ecc.) mediamente sono appena sufficienti, se non deficitarie, che fine fa quell’espressione “i dirigenti possono ridurre il numero degli alunni per classe? La stragrande maggioranza delle scuole italiane, anche se volessero, non potrebbero perché mancano le condizioni strutturali, finanziarie, logistiche, manca il personale. In pochissimi e privilegiati casi potrebbero ma alla condizione di aumentare le differenze anticostituzionali tra un istituto e un altro, tra gli alunni e famiglie degli istituti disagiati e quelli delle famiglie “fortunate”.
Questo comma 6 non ha fondamento (giuridico, di fattibilità, di sistema), è una battuta propagandistica che non ha nessuna speranza di attuabilità, è uno specchietto per le allodole (ma noi non siamo allodole). E’ un comma fatto apposta affinché Renzi &C possano dire che nel ddl si parla di diminuzione di alunni per classe.
Se si vogliono davvero diminuire gli alunni per classe si abroghi la legge Gelmini e si scriva chiaro e tondo come scrive la LIP:
“Art. 8. Formazione delle classi
Ogni istituto scolastico definisce il numero di classi in modo che in ciascuna di esse il numero degli alunni e delle alunne non sia superiore a 22, salvo quanto disposto dai successivi articoli 11 e 12.”
Un articolo di legge chiaro, che vale per tutte le scuole della Repubblica.
Così formulato questo comma dà l’impressione di una presa in giro e per la massima parte inapplicabile. Più che altro è un “arrangiatevi”, se sapete procurarvi le risorse per conto vostro “potete” diminuire gli alunni per classe. Altrimenti tenetevi pure le classi pollaio. A che serve dare la “libertà”, se poi non si danno gli strumenti e le risorse “a tutti” per renderla effettiva, se non si “rimuovono gli ostacoli” che ne impediscono la fruizione?
Visto Faraone? Aver criticato le schifezze che avete scritto non significa che non le abbiamo lette, ma che le abbiamo criticate proprio perché le abbiamo lette. Spero che, oltre il fastidio di leggere il ddl, non si sia obbligati a interpretarlo per forza come dite voi, come volete voi.