Fabrizio De Angelis, La Tecnica della scuola, 3.4.2017
– L’alternanza scuola lavoro continua ad essere uno dei temi più caldi del momento, fra progetti di spessore e percorsi negativi pieni di disorganizzazione.
Abbiamo già detto, in seguito alle continue lamentele e alle incertezze che hanno caratterizzato l’alternanza scuola lavoro in questi primi due anni, che il Miur ha fornito alcuni chiarimenti in merito, stabilendo una volta per tutte una serie di regole da adottare per i percorsi formativi che dovranno affrontare i ragazzi.
Prima di tutto, per quanto riguarda le risorse economiche, sulla nota ministeriale è definito che “l’obbligo di dotare gli studenti in alternanza scuola–lavoro di dispositivi di protezione individuale ricade sulla struttura ospitante”, e non sulle scuole come è successo finora in molti casi segnalati.
Anche per quanto riguarda il buono pasto per i pranzi, rimarca il Miur, “è una facoltà riservata alla struttura ospitante che in sede di convenzione può indicare la disponibilità ad elargire gratuitamente agli studenti il buono”.
Certo, si legge su Il Fatto Quotidiano, il ministero non esclude il rimborso da parte della scuola ma ricorda ai dirigenti che i fondi stanziati devono servire alle spese per i trasporti, all’assicurazione, alla formazione generale, alla sicurezza, alle spese amministrative e allo svolgimento tutoriale da parte dei docenti. Un promemoria esplicito: “Sta alla scuola stabilire la priorità di spesa da coprire con le risorse a disposizione”.
Anche la questione del badge diventa oggetto dei chiarimenti dell’amministrazione, che ritiene essere uno strumento utile ai fini della contabilizzazione delle ore svolte dai ragazzi.
I prof impiegati come tutor, restano “scoperti” dalla nota chiarificatrice del Ministero, in quanto non vengono posti limiti alle scuole sull’organizzazione di attività durante il periodo di sospensione delle attività didattiche ma “dovrà comunque essere garantita la disponibilità di un tutor scolastico nelle giornate e negli orari programmati”. Ciò vuol dire che per i docenti e anche altro personale scoalstico individuati per le attività di alternanza anche in estate, le ferie resteranno solo nei pensieri o quasi.
Ricordiamo che il trattamento economico del personale impiegato oltre l’attività didattica sarà comunque retribuito ad hoc: l’Istituzione scolastica individua, tra le risorse destinate ai percorsi di alternanza scuola lavoro previste dal comma 39 dell’articolo 1 della legge 107/2015, la quota destinata a retribuire il personale docente e A.T.A. che effettua prestazioni aggiuntive rispetto all’orario d’obbligo conseguenti all’attivazione dei percorsi di alternanza, da erogare secondo i criteri definiti nella contrattazione di istituto, e la parte destinata a coprire le spese di gestione utili alla realizzazione dei suddetti percorsi“.
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Alternanza Scuola Lavoro, buono pasto a carico delle aziende. Per i tutor addio ferie? ultima modifica: 2017-04-04T04:32:22+02:00 da