TuttoscuolaNews, n. 719 del 19.10.2015.
E’ un vero e proprio allarme quello che sta attraversando le scuole superiori di tutta Italia, impegnate nella stesura della presentazione dei progetti di Alternanza Scuola Lavoro, da quest’anno divenuta obbligatoria per tutti gli studenti delle classi terze. Entro il 30 ottobre (è stata opportunamente concessa una proroga di cinque giorni rispetto al termine inizialmente indicato) gli Istituti superiori dovranno presentare agli Uffici Scolastici Regionali un unico progetto per ciascun ordine di studio che definisca obiettivi, modalità, strategie e contesti professionali attraverso i quali porre in essere i percorsi di alternanza scuola lavoro che la Legge 107/2015 ha reso ordinamentali, anche negli indirizzi Liceali.
Si tratta senza dubbio di una straordinaria novità che aprirà gli orizzonti della scuola italiana, facendola interagire attivamente con il territorio e trasformando gradualmente la cultura stessa della formazione scolastica, il concetto di orientamento e gli approcci didattici tradizionali. I tempi concessi alle scuole sono veramente troppo compressi: risulta quasi impossibile per i Dirigenti individuare in così pochi giorni dei “soggetti ospitanti”, disposti ad impegnarsi quasi a scatola chiusa, senza avere il tempo di concordare almeno una cornice definita di attività, calendari e obiettivi. Inevitabilmente, i dirigenti scolatici – nel frattempo affannati dalla stesura del POF/PTOF, nella elaborazione dei progetti per i fondi PON, nell’adesione alle Reti CLIL, nell’articolazione di proposte adeguate ai bandi del Miur per Teatro, Cittadinanza, Attività Motorie e appena usciti dal vortice dei Laboratori Territoriali per l’Occupabilità – rischiano di perdere lucidità operativa e capacità di visione nel perseguire i Piani di Miglioramento scaturiti dai RAV in corso di pubblicazione.
La prof.ssa Irene Baldriga, dirigente scolastica dell’istituto superiore “Virgilio” di Roma, sentita da Tuttoscuola, sotto linea che “l’atmosfera nelle scuole è frenetica: le tante novità, in gran parte stimolanti, hanno acceso l’entusiasmo di molti, in un ritmo che fa temere di perdere occasioni importanti di sviluppo. Le tensioni mai sopite sulla nomina dei Comitati di Valutazione e, più in generale, su questa svolta epocale che una parte della scuola italiana non è pronta a comprendere e ad accettare – aggiunge la dirigente Baldriga – rendono la gestione del cambiamento eccezionalmente difficile e faticosa”.