Oggi, 16 gennaio 2024, nell’aula del Senato è iniziata la discussione del disegno di legge Calderoli sull’attuazione dell’autonomia differenziata. Questa riforma interessa anche il mondo dell’Istruzione, in quanto trasformerebbe il sistema scolastico nazionale in un sistema di scuola regionalizzata.
Timori politici sull’autonomia differenziata
Nella maggioranza di Governo oltre alla Lega che spinge fortemente per attuare la riforma dell’autonomia differenziata, ci sono partiti politici come Fratelli di Italia e Forza Italia che sono molto preoccupati degli effetti che una riforma del genere potrebbe causare all’Istruzione e Sanità nelle Regioni del sud Italia. Sono in tanti a temere che il trasferimento alle regioni di una materia come la scuola, possa essere molto penalizzante per le realtà più svantaggiate a livello sociale ed economico, in buona sostanza c’è il timore che le Regioni svantaggiate del Mezzogiorno, con l’attuazione dell’autonomia differenziata, possano restare ancora più indietro di quanto non siano già adesso.
Chi oggi è contrario ieri era favorevole
Un tentativo politico di attuare l’autonomia differenziata era già stato avanzato nel 2018, quando dopo la strepitosa vittoria del M5S alle elezioni politiche, nacque il Governo giallo verde. Nel “Contratto di governo” tra Lega e M5S c’era un punto che riguardava proprio l’autonomia differenziata e in particolare la regionalizzazione della scuola. Tale riforma non ebbe attuazione solo per il fatto che nell’agosto 2019, tra i mojito del Papeete Beach di Milano Marittima assaggiati dal leader della Lega Salvini, il Governo Conte I entrò in una crisi culminata con la caduta del Governo giallo-verde.
A proposito di partiti che ieri erano favorevoli all’Autonomia differenziata e oggi invece, fulminati sulla via di Damasco, fortemente sfavorevoli, dobbiamo ricordare una intervista, fatta all’intellettuale Pino Aprile, sui protagonisti politici che nel 2018 discutevano di regionalizzazione della scuola. Pino Aprile così si esprimeva: ” La lega nasce come partito razzista e antimeridionale, ma non dice più di essere razzista e antimeridionale per portare a termine il suo progetto politico federalista e autonomista.
Quanto al contributo di solidarietà stiamo parlando di un Paese in cui si definiscono dei diritti e si dice che i ricchi ne hanno diritto e i poveri potrebbero averne una forma attenuata di torta ove i ricchi gli facessero l’elemosina. Basta vedere cosa è successo con questo stesso criterio per la forma di solidarietà intercomunale che è stata imposta con il federalismo fiscale. Esiste una Commissione interparlamentare per la definizione dei costi per la distribuzione delle risorse economiche – prosegue Aprile – dove in tale Commissione, diretta prima dal leghista Giorgetti e poi dal PD con Marattin, sono stati decisi i cosiddetti criteri di contributi di solidarietà.
Negli atti ufficiali di questa Commissione non è stato consentito ai comuni più poveri di avere asili nido rispetto ai comuni più ricchi, addirittura negli atti di questa Commissione – conclude Pino Aprile – c’è scritto che sarebbe iniquo togliere risorse ai comuni più ricchi per cederli ai comuni più poveri. Questo è il criterio di solidarietà che hanno in mente tutti i partiti del Nord e non solo la Lega ma anche il PD e a quanto sembra anche il M5S del Nord che avalla questo tipo di politica per ricevere consensi. In Italia la politica non è ideologia ma è geografia.
Per quanto riguarda gli esponenti meridionali del M5S che minimizzano sull’autonomia differenziata, se conoscono la realtà politica nazionale e sostengono che non sposterà risorse economiche dalle regioni più povere a quelle più ricche, sono dei criminali, se invece non conoscono la realtà politica nazionale e dicono questo allora sono come minimo degli sprovveduti colpevoli. Sostenere che la regionalizzazione dell’istruzione è provvisoria per 10 anni è solo una presa in giro. Il Paese non resisterà 10 anni sotto la mannaia dell’autonomia differenziata. Tutto sommato, forse è meglio così! Esclama Pino Aprile”.
Alcuni sindaci del sud protestano
Con l’inizio del disegno di legge Calderoli in Senato, si fanno sentire alcuni sindaci del sud, in particolar modo i sindaci eletti nelle liste di centrosinistra. Numerosi i presidi nelle città del sud, in particolare in Basilicata, Calabria e Puglia. In particolare il sindaco di Bari De Caro nelle sue dichiarazioni racconta un’assoluta verità: “Se oggi siamo qui a parlare di autonomia differenziata è anche per colpa nostra, della mia parte politica. Se non avessimo dato attuazione alla riforma del titolo V della Costituzione per inseguire la Lega, oggi non staremmo parlando di autonomia differenziata, non staremmo parlando del decreto Calderoli”. De Caro sindaco del PD ricorda che fu il Governo di Giuliano Amato a fare la riforma del Titolo V della Costituzione.
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Autonomia differenziata approda in Senato, una riforma spinosa che fa emergere gravi contraddizioni ultima modifica: 2024-01-17T05:09:21+01:00 da