Insegnanti, studenti e cittadini protestano contro la riforma del Governo: “Altre 100 città si uniscano a noi”
la Repubblica di Bologna, 7.6.2015.
BOLOGNA – Dopo la fiaccolata di venerdì, i cortei, le assemblee e lacontestazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (cacciata a maggio scorso dal frastuono delle pentole dalla festa dell’Unità), prosegue a Bologna la protesta contro la riforma della scuola proposta dal Governo. Oltre al boicotaggio dei test Invalsi e al previsto sciopero degli scrutini, che però divide il corpo docente tra favorevoli e contrari, da oggi è partito anche uno sciopero della fame a staffetta che che si protrarrà fino a sabato prossimoo. La manifestazione si svolge in via Castagnoli, pieno centro della città, sotto gli uffici dell’Ufficio scolastico regionale, 24 ore su 24, per chiedere il ritiro del Ddl scuola.
“La scuola pubblica ha fame di uguaglianza – scrivono gli organizzatori dello sciopero a staffetta – di risorse, di diritti, di ascolto”. È inaccettabile, proseguono i manifestanti, “che si voglia rifondare, fino a trasformare in una specie di negozio-farsa, la scuola che anche noi abbiamo frequentato e che ci ha resi cittadini e cittadine consapevoli dei nostri diritti, dei nostri doveri, delle nostre capacità”.
Insegnanti e studenti contro la “Buona scuola”
“Restando così la riforma proposta da Renzi è facile prevedere cosa accadrà da qui a pochi anni: prolifereranno le scuole private per chi potrà permettersele, fioriranno le scuole pubbliche di lusso nei quartieri bene delle città e si moltiplicheranno le scuole pubbliche senza risorse e senza speranza nei quartieri popolari e nelle periferie povere” aggiungono docenti, sindacati e studenti, uniti nella lotta contro l’ipotesi che si creino “scuole di serie A e scuole di serie B, scuole per la classe dirigente e scuole per le classi meno abbienti”.
E dunque, rivendicano, “per noi sarà sciopero della fame a staffetta. Chiunque abbia a cuore le sorti della nostra scuola è invitato a partecipare, a mettere a disposizione un poco del suo tempo, a collaborare nel diffondere buona informazione insieme ai sani princìpi che la nostra Carta ci ha consegnato. Auspichiamo che altre città, altri comitati, altre associazioni, altri sindacati, altri coordinamenti possano o vogliano, là dove possibile, dare vita ad una iniziativa simile: che 100 città digiunino contro l’indigesta riforma Renzi”.