Bullismo, atti vandalici e scontri con i prof: la nuova scuola è sempre più violenta

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 15.1.2023.

L’allarme nel report del ministero dell’Istruzione. Boom di episodi spia di un disagio crescente e trasversale, dalle elementari alle superiori. Crescono le sospensioni, i bassi voti in condotta, i casi in cui i docenti sono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali, agli psicologi o alla polizia

Gilda Venezia

A scuola di conflitti. Si moltiplicano gli episodi problematici nelle scuole italiane che sintetizzano tutti i malesseri della società italiana. L’episodio della professoressa di Rovigo colpita dagli studenti durante la lezione con pallini di gomma sparati da una pistola ad aria compressa e filmata dagli stessi in un istituto professionale è solo la punta dell’iceberg di una situazione che sta diventando esplosiva. E secondo i dati segnalati dalle stesse scuole e raccolti dal ministero dell’Istruzione e del merito, la situazione peggiora anno dopo anno. Basta esaminare pochi numeri.

Alle superiori dal vandalismo al body shaming

Nel giro di appena tre anni, nelle scuole secondarie di secondo grado gli interventi dei dirigenti scolastici e dei suoi collaboratori per contenere l’esuberanza degli studenti si sono incrementati a dismisura. Per capire cosa intendono i dirigenti scolastici per “episodi problematici” basta andare a guardare un Rapporto di autovalutazione di qualche anno fa. Nel novero rientravano furti, violenze di vario genere, atti di vandalismo e altre attività non consentite: uso improprio del cellulare in classe, atti di bullismo, body shaming e tanto altro. E fa poca differenza se si tratta di liceo, istituto tecnico o professionale. In tutti gli indirizzi l’incremento delle scuole che segnalano episodi di questo genere è notevole.

Otto licei su dieci costretti a convocare i genitori

Al liceo, una volta ambiente “più tranquillo”, presidi e collaboratori impiegano ore a discutere con le famiglie e con gli stessi studenti per spiegare loro che certi comportamenti a scuola non si possono tenere. La quota di licei che nel 2019 dichiarava di essere stata costretta a convocare genitori e figli superava di poco il 50%. Nel 2022, tre anni dopo, si supera abbondantemente l’80%. Più che raddoppiato il numero delle scuole che dichiara di avere abbassato il voto di condotta a seguito di comportamenti non adeguati degli studenti: dal 32% al 77%.

Decuplicate le richieste di aiuto ai servizi sociali

E quando la scuola non riesce a fronteggiare con le proprie risorse e le competenze dei docenti che cercano di affrontare tutte le problematiche dei ragazzi, si richiede l’intervento dei servizi sociali. O delle forze dell’ordine. Anche in questo caso, la percentuale di licei che hanno fatto ricorso alle strutture comunali chiedendo l’aiuto di psicologi, pedagogisti e assistenti sociali per supportare i propri studenti si è quasi decuplicata in un triennio: dal 2,5% al 21%. E quando i servizi sociali non sono bastati, è stato necessario chiedere l’intervento dell’autorità pubblica (polizia, carabinieri), intervenuta nel 7% dei licei.

Professionali e trecnici, la forze dell’ordine in un caso su 5

Numeri che parlano da soli. E che negli istituti tecnici e professionali assumono valori ancora più preoccupanti. Perché nel 20% degli istituti professionali del Belpaese le forze dell’ordine hanno fatto il loro ingresso almeno una volta, spiegano i dirigenti scolastici, il ricorso ai servizi sociali sale al 48% e in quasi tutti (nell’85% gli istituti, qualche consiglio di classe è stato costretto ad abbassare il voto di condotta agli studenti più indisciplinati. E fioccano anche le sospensioni dalle lezioni e le richieste di risarcimento alle famiglie per i danni causati agli arredi e agli edifici scolastici dai figli.

Corsi di educazione alla convivenza

Appena tre anni prima, negli stessi professionali si viveva decisamente meglio. Gli istituti dove erano intervenute le forze dell’ordine e i servizi sociali rappresentavano una quota marginale: l’1% nel primo caso e l’8% nel secondo caso. E anche la leva del voto di condotta si usava parecchio meno: nel 30% dei casi. Mentre gli istituti tecnici evidenziano una situazione intermedia tra licei e professionali. Per fronteggiare la situazione, quasi tutte le scuole mettono in campo attività di educazione alla legalità e alla convivenza civile. Ma evidentemente non basta.

Se Atene piange Sparta non ride: i casi alle elementari

Anche le scuole elementari e medie sono diventate veri e propri campi di battaglia, stando ai numeri pubblicati dal ministero dell’Istruzione e del merito. Perché nel 73% delle scuole primarie il capo d’istituto è stato costretto a convocare le famiglie dei bambini più indisciplinati per concordare una strategia comune. Tre anni prima, meno della metà (il 49%) dei presidi era stato costretto a convocare i genitori. E anche all’elementare emergono situazioni così problematiche da richiedere l’intervento dei servizi sociali: nel 44% dei casi. E in un terzo delle scuole primarie il comportamento dei bambini ha costretto le maestre a fare leva sul voto di condotta. In questo segmento scolastico l’intervento degli agenti per episodi particolarmente gravi è contenuto, ma non nullo: nel 2,5% delle scuole.

L’adolescenza complica tutto

Basta crescere di qualche anno e approdare alla scuola media per fare lievitare tutti i problemi. Tutti i dirigenti scolastici (il 93%) hanno dovuto convocare le famiglie dei ragazzini più difficili per mettere i genitori, e gli stessi alunni, di fronte alle loro responsabilità. In un’ottica sempre educativa. In piena adolescenza si complica tutto. E questo i docenti lo sanno bene. E cresce lo scontro fra generazioni e fra gli stessi studenti. Così come crescono le sospensioni dalle lezioni, che passano dal 25% al 46%. E gli interventi di psicologi e assistenti sociali, invocati dal 58% delle scuole medie, e delle forze dell’ordine, che passano dall’essere prossimi allo zero (precisamente 0,5%) all’11%.

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Bullismo, atti vandalici e scontri con i prof: la nuova scuola è sempre più violenta ultima modifica: 2023-01-15T14:06:47+01:00 da
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