Tuttoscuola, 4.12.2018
– L’ISTAT ha reso noti nei giorni scorsi i dati ufficiali delle nascite registrate nel 2017, evidenziando, ancora una volta, il decremento in atto da ormai dieci anni.
Nel lungo periodo questa preoccupante tendenza avrà effetti di ordine sociale sia per l’invecchiamento della popolazione (squilibrio tra le fasce d’età) sia per la riduzione della forza lavoro (diminuzione della popolazione attiva).
Nell’immediato, però, saranno i servizi educativi e scolastici a risentire del calo del numero di nati, con conseguenti contraccolpi graduali sul numero delle sezioni di scuola dell’infanzia e delle classi di scuola primaria.
Nell’ultimo decennio complessivamente il calo di nascite è stato di 106.374 unità (-18,9%), di cui quasi la metà (circa 53 mila) nelle regioni settentrionali, con il Nord Ovest in flessione del 20,2% e il Nord Est del 20,5%.
Nelle regioni del nord, più che altrove, è venuto a mancare l’apporto degli stranieri, le cui nascite hanno fatto registrare in quei territori un calo di circa 10 mila nati.
Ma proprio sulle nascite di bambini figli di genitori stranieri si registra sull’intero territorio nazionale una situazione nettamente differenziata.
Infatti, mentre nelle regioni del Nord Est, Nord Ovest e del Centro il calo di nascite di bambini stranieri è stato rispettivamente dell’ordine del 21,6%, del 16,8% e del 9,6%, invece nelle Isole e al Sud si è registrato un sensibile aumento, rispettivamente del 30,5% e del 36,8%.
Parallelamente il calo dei nati da genitori italiani (generalizzato su tutto il territorio nazionale) è stato minore nelle regioni del Mezzogiorno (-18,6%) rispetto a quelle del Nord (-20,6%) e del Centro (-21,3%).
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Calo nascite: ne risentiranno maggiormente le scuole del Nord ultima modifica: 2018-12-05T04:11:49+01:00 da