“Cari genitori, non difendete i vostri figli che ci insultano e mettono in ridicolo”

di Fabrizio De Angelis, La Tecnica della scuola, 5.6.2018

Alunni violenti che minacciano i docenti e presidi: di chi è la colpa?

A tal proposito, la Repubblica.it riporta la lettera del dirigente scolastico dell’istituto  Salimbene – Sanvitale di Parma, Pier Paolo Eramo, il quale si rivolge proprio ai genitori: “Le classi di oggi non sono quelle che abbiamo frequentato da piccoli, perché la nostra società è cambiata radicalmente, portando dentro la scuola il disordine esterno, la fine dell’autorità e la frenesia del tutto qui e ora”.

Il preside, più specificatamente chiede aiuto ai genitori, perchè solo loro possono diventare complici degli insegnanti e della scuola, ma se gli atteggiamenti sono peggiori di quelli dei loro figli, allora…”Riceviamo mail minacciose perché abbiamo accennato alla possibilità di una bocciatura, ci denunciano per una sospensione, ci assalgono per un 7 invece di un 8, ci accusano di essere violenti per un rimprovero; ci arrivano lettere di avvocati perché abbiamo messo una nota sul registro o sequestrato un cellulare. Ci gridano che ci rovineranno la carriera, che ci faranno perdere il posto. Qualcuno scrive al nostro direttore regionale, altri al provveditorato, all’amico deputato, al ministro, magari perché non lo abbiamo messo nella sezione che voleva. Capita che il preside sia tempestato di telefonate, il docente aspettato all’uscita, i corridoi violati da chi vuol andare nelle classi a risolvere lui i problemi dei figli. Giustificano comportamenti inaccettabili dicendoci che non siamo capaci a “interessare” il loro figlio. Ostentano le loro carte intestate e il loro status; cercano di farci sentire in colpa, inadeguati”.

Ovviamente, sottolinea il preside, “molti alunni si comportano allo stesso modo, sono fuori controllo, senza orizzonte, senza direzione. I bambini e i ragazzini ci fanno il dito in classe, ci insultano davanti a tutti, minacciano (loro!) di denunciarci, ci rispondono volgarmente, ci sfidano e ci mettono in ridicolo. L’hanno imparato dagli adulti”.

Una richiesta di aiuto: “Aiutateci, noi vi ‘serviamo’”

Il preside Eramo, chiede comunque aiuto ai genitori, senza tralasciare il fatto che prima di tutto bisogna avere fiducia nella scuola: “La scuola è un santuario, dentro si svolgono riti inviolabili, come in chiesa. Nessuno sogna di suggerire al prete il modo di confessare, predicare, dire messa o celebrare la Pasqua. Fateci celebrare i nostri riti, che si chiamano lezione, laboratorio, gioco, scrutinio, esame. Ma anche richiamo, punizione, insufficienza, bocciatura. Regola. Rispetto. Obbedienza”.

In conclusione, il dirigente dell’istituto parmense, vuole coinvolgere i genitori:” noi vi serviamo, nel senso più alto del termine, perché serviamo il Paese. Volete davvero una generazione di persone incapaci di tollerare una frustrazione, una sconfitta, una correzione? Aggressivi e insolenti, senza disciplina, senza autocontrollo? Volete davvero che gli altri, gli educati, le persone “normali” si sentano una minoranza indifesa e perdano anche loro la fiducia in noi (e in voi)?”.

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“Cari genitori, non difendete i vostri figli che ci insultano e mettono in ridicolo” ultima modifica: 2018-06-06T04:40:31+02:00 da
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