CCNL, MOF e Flat tax progressiva

Gilda Venezia

 di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 9.10.2022.

I sindacati della scuola hanno firmato unitariamente il Contratto Integrativo nazionale sul FMOF. Sono stati stornati 300 milioni previsti di incremento del MOF a favore delle poste contrattuali. Ma attenzione a cantare vittorie di Pirro: il futuro rimane incerto e fosco per i docenti.

Gilda Venezia

I sindacati della scuola hanno firmato unitariamente il Contratto Integrativo nazionale sul FMOF (Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa) dopo due anni in cui la Gilda si era smarcata a causa dell’utilizzazione indistinta del fondo di valorizzazione dei docenti (ex bonus docenti). L’unitarietà è spiegabile per il fatto che sono stati stornati 300 milioni previsti di incremento del MOF a favore delle poste contrattuali. Ciò ha fatto gridare alla vittoria i sindacati firmatari nella convinzione che lo stanziamento aggiuntivo sarà totalmente dedicato a rimpinguare il magro fondo previsto per gli aumenti stipendiali del CCNL. Ma la prudenza è d’obbligo.

Non è detto infatti che tutti i 300 milioni vadano ad implementare il monte salari. Le pressioni dei dirigenti scolastici e di parte importante dell’amministrazione ministeriale per il riconoscimento del lavoro del middle management (collaboratori della dirigenza scolastica) sono fortissime. Il rischio è che gli stanziamenti aggiuntivi siano dedicati in parte  anche importante a premiare l’accessorio legato alle figure e funzioni organizzative delle scuole dell’autonomia scelte e dirette discrezionalmente dalla dirigenza scolastica.

In ogni caso la massa salariale a disposizione per il prossimo CCNL resta insufficiente. Gli aumenti stipendiali restano sui 120-100 € medi lordi con un ritardo di più di tre anni dal previsto rinnovo contrattuale (al netto siamo sotto la soglia delle tre cifre).

Sullo sfondo c’è anche l’incognita delle mosse finanziarie che il nuovo governo intenderà fare nella costruzione della legge di bilancio. Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni spingono sulla flat tax “progressiva” che consisterebbe nella defiscalizzazione ad aliquota unica degli incrementi IRPEF dichiarati dai contribuenti. Tralasciando le questioni tecniche molto complesse (e confuse) legate all’introduzione di una flat tax progressiva, la finalità è sicuramente, per il lavoro dipendente,  quella di defiscalizzare straordinari e salario accessorio se ciò determina un incremento dell’imponibile IRPEF. Coniugando questa visione della fiscalità con una futura versione del MOF e del FIS (Fondo dell’Istituzione Scolastica) la spinta ad accettare lavoro accessorio sarà molto forte. Sappiamo bene che sinora qualsiasi prebenda accessoria si va ad inserire nell’aliquota marginale più alta dell’IRPEF del singolo contribuente con un taglio dal lordo al netto di circa il 40%. Con la flat tax progressiva si pagherebbe una sorta di cedolare secca sui guadagni incrementali favorendo tutte le funzioni e posizioni organizzative diverse dall’insegnamento. La scuola rischia così di diventare ancor di più un enorme progettificio slegato dalla funzione istituzionale della stessa scuola pubblica.

Attenzione quindi a cantare vittorie di Pirro. Il futuro rimane incerto e fosco per i docenti. Speriamo che così non sia, ma c’è bisogno di tutta la vigilanza e attenzione della categoria perché gli scenari più infausti non si concretizzino. Si pensi ad esempio a cosa potrà comportare la riduzione della secondaria di secondo grado a quattro anni, parte integrante del programma di Giorgia Meloni.

CCNL, MOF e Flat tax progressiva ultima modifica: 2022-10-09T05:50:56+02:00 da
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