Crescono le competenze linguistiche delle nuove generazioni: lo afferma il Censis nell’ultimo rapporto sulla situazione sociale del Paese. Un italiano su cinque non sa chi è Mazzini, il 41% crede che l’autore dell’Infinito sia D’Annunzio
Venerdì 6 dicembre, è stato presentato a Roma il 58esimo Rapporto Censis, che indaga sulla situazione del Paese con riferimento anche alla scuola e alle competenze degli studenti italiani. Ecco le parole di Massimiliano Valerii, direttore del Censis, riportate da Il Corriere della Sera: “I giovani sono cambiati rispetto agli ultimi decenni, tra le loro priorità non hanno più obiettivi individuali ed egoistici, guardano all’ambiente”.
Le competenze linguistiche delle nuove generazioni stanno migliorando. Attualmente, il 44% degli italiani è in grado di sostenere una conversazione in una lingua straniera, una percentuale inferiore alla media europea del 59%, ma in crescita rispetto al 38% registrato nel 2012, con un aumento di 6 punti percentuali. Il 16% degli italiani parla una seconda lingua straniera, mentre una terza lingua è conosciuta dal 7%.
Il sistema scolastico, secondo il rapporto, mostra però grande fragilità, come dimostrano i risultati dei test fatti nelle scuole. Quasi uno studente su due delle superiori, il 43,5%, non raggiunge il traguardo di apprendimento in italiano, percentuale che sale a 47,5 se parliamo della matematica. Non va molto meglio alle medie dove la percentuale di studenti che non raggiungono il traguardo in italiano arriva quasi al 40% e con la matematica si sale al 44%.
“La fabbrica degli ignoranti”
Ma le criticità del sistema scolastico affondano le radici in anni meno recenti. A chiedere agli italiani quasi uno su tre non conosce l’anno dell’Unità d’Italia e nemmeno di quando è entrata in vigore la Costituzione. Uno su cinque non sa dire chi era Giuseppe Mazzini e uno su due non sa quando è scoppiata la Rivoluzione francese.
Il 41,1% dice che Gabriele d’Annunzio ha scritto l’Infinito e per il 35,1% Eugenio Montale potrebbe essere stato un presidente del Consiglio degli anni Cinquanta. Eppure l’analfabetismo nel nostro Paese è stato praticamente debellato (sono rimaste solo 260 mila persone), mentre i laureati sono cresciuti dell’8,4%.
Il 18,4% non può escludere con certezza che Giovanni Pascoli sia l’autore de I Promessi Sposi e, infine, il 6,1% crede che il sommo poeta Dante Alighieri non sia l’autore delle cantiche della Divina Commedia. Si riscontra poi una preoccupante incapacità di collocare correttamente sulla carta geografica le città straniere, se il 23,8% degli italiani non sa che Oslo è la capitale della Norvegia, ma anche le città italiane, se il 29,5% non sa che Potenza è il capoluogo della Basilicata. Le difficoltà di calcolo lasciano perplessi, se per il 12,9% degli italiani la moltiplicazione di 7 per 8 non fa necessariamente 56. E l’ignoranza regna sovrana anche in merito ai meccanismi istituzionali, visto che più di un italiano su due (il 53,4%) non attribuisce correttamente il potere esecutivo al Governo, bensì al Parlamento o alla magistratura
Una volta la scuola preparava di più o no?
Spesso si accusano i giovani di non essere ben preparati, ma evidentemente queste lacune gravissime sono comuni in molti, anche negli adulti. Come mai? La scuola di una volta preparava bene o no? Ritornano in mente le parole dell’attore Massimo Ghini: “Io rispetto ai miei figli per preparazione sembro un professore di filologia romanza. Io ho solo una laurea ad honorem e solo la maturità. Ma quando dico una cosa ai miei figli vedo che non sono preparati o vanno su Wikipedia. Io vengo da una scuola nozionistica in cui però ci facevano studiare. La differenza di preparazione culturale è enorme”.
A quanto pare, però, sono proprio quelle nozioni che non sono state introiettate da alcuni.
Tra i giovani di 15-39 anni, il 69% parla almeno una lingua straniera, rispetto al 50% dei 40-54enni e al 22% degli over 55. Inoltre, il 29% dei 15-39enni padroneggia due lingue straniere, contro il 17% dei 40-54enni e il 6% degli over 55. La conoscenza di almeno tre lingue straniere riguarda il 12% dei giovani, il 9% dei quarantenni e solo il 2% degli over 55.
L’inglese è la lingua straniera più diffusa in Italia, parlata dal 33% della popolazione, seguito dal francese (9%) e dallo spagnolo (6%). Tra i principali vantaggi attribuiti alla conoscenza delle lingue straniere, il 51% degli italiani indica la possibilità di lavorare all’estero, il 47% ritiene che consenta di accedere a migliori opportunità di lavoro in Italia, mentre il 40% la considera utile per comprendere culture diverse o per viaggiare all’estero.
Infine, per l’82% degli italiani, l’inglese è la lingua che i bambini dovrebbero imparare per il loro futuro, seguito dal cinese, indicato dal 17%.
I dati del Censis
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Censis, la situazione sociale del Paese ultima modifica: 2024-12-07T04:34:20+01:00 da