Compie 45 anni la scuola dei decreti delegati

Francesco Provinciali, TGCOM, 31.5.2019

– Il Decreto più noto è il 416 poiché introdusse il principio
della partecipazione democratica alla vita della scuola –

Il 31 maggio 1974 entrarono in vigore i cd. “Decreti delegati” nel sistema scolastico italiano. Con questa generica dicitura trasferita nel linguaggio comune e tramandata come “la scuola dei decreti delegati” si accorpano cinque DPR (decreti del Presidente della Repubblica) quindi leggi dello Stato che vanno dal n°416 al n°420 e riguardano diverse materie di riordinamento del nostro sistema formativo in gran parte tuttora vigenti, dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori.

Il Decreto più noto è il 416 poiché introdusse il principio della partecipazione democratica alla vita della scuola, istituendo i cd. “organi collegiali” che sancirono l’ingresso della componente dei genitori e – nelle superiori- anche di quella degli studenti nei consigli di classe e nei consigli di circolo e di istituto, veri e propri centri di governo della scuola che andavano ad affiancare il corpo docente e il Dirigente scolastico (all’epoca direttore didattico o preside). Molta acqua è passata sotto i ponti della gestione collegiale della scuola, con luci ed ombre: da un lato c’è chi ha lamentato una eccessiva ingerenza delle famiglie nelle questioni tecnico-didattiche-metodologiche proprie degli insegnanti. Altri hanno evidenziato come questo sistema abbia creato ulteriore burocrazia nella scuola, appesantendo le procedure di gestione con passaggi nuovi e spesso conflittuali, non di rado con interferenze della politica.

Tuttavia il bilancio può essere considerato positivo – specie per un interfaccia più aperto con gli altri enti del territorio che hanno stimolato la fruizione di competenze esterne – anche se si avverte la necessità di alleggerire e semplificare le prassi di gestione collegiale, in questi ultimi anni controbilanciata dall’acquisizione dello status di Dirigenti da parte di Presidi e Direttori didattici che hanno assunto un ruolo più marcatamente manageriale grazie all’introduzione della cd “autonomia scolastica”.

Ma anche gli altri decreti delegati meritano una citazione: il DPR 417 – ad esempio – riguardava lo stato giuridico del personale della scuola (docente, direttivo e ispettivo), la specificazione dei ruoli e delle competenze, i profili disciplinari, la materia delicata della libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione e definita come “libertà di metodo”, il coordinamento della gestione unitaria della scuola da parte del capo d’istituto, la costituzione di un corpo ispettivo deputato alla funzione di controllo interno al sistema e di vere e proprie indagini in casi di contenzioso.

Il DPR 418 consta di 6 articoli e riguarda le prestazioni di lavoro straordinario (poi abolito) Il DPR 419 concerne tre ambiti fondamentali della vita scolastica e dell’organizzazione delle attività didattiche: l’aggiornamento del personale, la sperimentazione a sua volta distinta tra “didattico- metodologica” e “degli ordinamenti e delle strutture” (quest’ultima richiedeva l’approvazione ministeriale) e la ricerca, con l’istituzione degli IRRSAE (istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi).

Il DPR 420, infine, regolamentava la materia di stato giuridico e funzioni relativa al personale non docente della scuola, amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). Molta parte della normativa sancita dai Decreti delegati è stata modificata da riforme successive, in particolare l’introduzione dell’autonomia scolastica, che ha reso più agile e diretta la gestione del funzionamento di ogni singola istituzione scolastica.

Va ricordato infine che – sulla scia dei DPR citati, nel 1977 fu approvata la legge 517 che normava la prassi dell’inserimento e dell’integrazione degli alunni disabili, oltre a rimarcare il tema del diritto allo studio. Molta strada resta ancora da fare per rendere più efficiente ed efficace la nostra scuola ma si può affermare che, alla luce di una lettura comparativa internazionale, il sistema scolastico italiano resta tuttora uno dei più avanzati al mondo.

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