Il Corriere della sera, 8.4.2022.
Per colpa del regolamento della prova al computer, alcuni di noi non hanno potuto usare neanche la penna e hanno fatto i calcoli a mente, altri se li sono scritti sulla mano
Il giorno 7 aprile 2022 si è svolta la prova per la classe di concorso A47 – Scienze Matematiche Applicate (valida per l’insegnamento della matematica in tutti gli istituti tecnici e professionali e nel liceo scientifico delle scienze applicate, quello con l’informatica al posto del latino, ndr), che ci piace definire «la sorella sfigata di tutte le classi di Matematica», per diversi motivi. Innanzitutto è stata esclusa dal concorso sprint che è stato organizzato l’estate scorsa in tutta fretta per le altre classi di concorso STEM (scienze, tecnologia, matematica e ingegneria, ndr), senza un chiaro motivo, nonostante essa condivida con le altre il programma, approfondendo la parte di matematica finanziaria e probabilità; può essere insegnata da tutti gli Ingegneri, che invece sono esclusi dalle altre classi di concorso per una mera questione di crediti formativi, ma poi le ore di questa materia vengono assegnate a titolari di classi di concorso di Matematica. Ma finalmente c’è stato il concorso! Il concorso che avevano bandito nel 2020, e rimandato più volte, a causa della pandemia. Un concorso che avrebbe dovuto essere strutturato con 6 domande a risposta aperta, al fine di valutare la preparazione dell’insegnante negli ambiti didattici, pedagogici, normativi e anche la conoscenza della lingua inglese. E invece, a novembre 2021, il cambio di rotta!
Dopo il successo dei concorsi a risposta multipla STEM, con la loro percentuale di bocciati pari a circa il 95%, le prove del concorso ordinario vengono tutte ristrutturate come quest’ultima, ovvero con 50 domande a crocette da cui rispondere in 100 minuti, usando il mouse del computer ma senza la possibilità di avere un foglio di carta e una penna. Quindi via tutta la parte di normativa, la parte di pedagogia e la parte di didattica, che per mesi abbiamo approfondito in vista del concorso. E mentre i candidati per le materie umanistiche lamentano test puramente nozionistici, dove sarebbe necessario avere una conoscenza enciclopedica della materia, il nostro era pieno di calcoli. Prima di cominciare abbiamo chiesto di avere carta e penna come nel concorso STEM di luglio 2021, ma non ci è stato concesso. Non è previsto, ci è stato detto: «Il test è tranquillamente risolvibile senza l’uso di carta e penna». E invece, alla terza domanda, l’amara sorpresa: un esercizio sul calcolo di sistemi in forma parametrica, e da lì in poi tutta un’altra serie di richieste e calcoli da svolgere senza l’ausilio di nessun supporto cartaceo. Per coloro che hanno studiato la materia, ci sono stati chiesti calcoli di derivate prime seconde e terze, calcoli di interessi, montanti e cedole da svolgere a mente, algebra booleana, e calcoli su figure geometriche di cui non avevamo neanche un’immagine a schermo su cui lavorare. Queste modalità di verifica non le proponiamo ai nostri allievi. Perché noi dobbiamo essere valutati come se fossimo delle enciclopedie o dei calcolatori elettronici? Ma quel che è peggio è che non in tutte le sedi d’esame i candidati hanno ricevuto lo stesso trattamento. Alcuni infatti – a giudicare dalle immagini che circolano in Rete – hanno almeno potuto usare la penna per scriversi tutti i calcoli sulla mano. Altri invece hanno avuto a disposizione – beati loro! – sia la carta che la penna.
Noi professori siamo abituati a sviluppare una certa resilienza alle situazioni che si propongono a scuola: alunni in crisi, genitori che si rivolgono a noi con toni non del tutto educati, strutture scolastiche che spesso sono fatiscenti e scarse risorse tecnologiche da usare a fronte di uno stipendio che risulta essere tra i più sottopagati d’Europa. Siamo anche consapevoli della responsabilità che abbiamo di fronte alla società e nei confronti degli studenti e per chi ci sta di fronte ogni mattina nutriamo un profondo rispetto. Allora ci chiediamo perché chi ci guida non usa con noi la stessa attenzione che noi riserviamo ai nostri alunni? Che senso ha avuto ieri proporre dei quesiti avulsi dalla realtà della didattica svolta in classe e negare carta e penna per fare i calcoli? Quali imbrogli strani avremmo potuto commettere? Nei vari corsi di aggiornamento che abbiamo fatti fin qui ci è stato sempre detto che quando la classe ad una verifica risulta per oltre il 50% insufficiente, il problema non è da ricondurre totalmente al gruppo studenti ma anche al docente, al suo modo di insegnare e per questo è chiamato a mettersi in discussione. Ecco: se alla prova di ieri siamo stati quasi tutti bocciati, siamo sicuri che sia perché siamo stati negligenti? Noi abbiamo dei forti dubbi in merito.
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Concorso ordinario scuola, vietato usare fogli di carta. L’assurda prova riservata a noi prof di matematica ultima modifica: 2022-04-10T07:54:20+02:00 da