dal blog di Gianfranco Scialpi, 12.3.2020
– Coronavirus, ha imposto la lentezza e scalzato la velocità. Indubbiamente ci sono dei vantaggi. Nella situazione attuale rappresentano quel lumicino di positività che occorre individuare e valorizzare.
Coronavirus, ha eclissato la velocità
Coronavirus, è difficile in una situazione drammatica intravvedere aspetti positivi. Eppure esistono. E’ necessario diventare resilienti! In altri termini, occorre riconoscere la criticità del momento presente, accettando di venire piegati dalla situazione. E’ la nostra condizione caratterizzata dai limiti e dagli imprevisti che però non deve condurre allo stato di rottura. Il resiliente si riconosce creatura, trovando in questa sua condizione le energie per riorganizzare positivamente la sua vita, individuando le opportunità positive.
Siamo cresciuti dentro la bolla culturale della velocità, illudendoci in questo modo di essere i padroni del nostro destino, rimuovendo la morte. Abbiamo creduto di poter piegare il tempo e lo spazio, accettando come meta finale la loro contrazione molto vicina allo zero. La velocità ha rappresentato fino a qualche giorno fa il paradigma postmoderno, declinato nell’efficienza, nella produzione, nel multitasking… Ha coinvolto le relazioni che hanno assunto sempre più il profilo di oggetti, coerenti con l’affermazione della tecnica. I rapporti con le persone sono diventati leggeri, fluidi, senza quella densità umana prodotta dalla prospettiva e dal guardarsi nel profondo (“Occhi negli occhi”). In questo contesto ha dominato la categoria della intercambiabilità, genericamente attribuita agli oggetti.
La lentezza ha riconquistato il palcoscenico
Ed ora abbiamo subìto una inversione di marcia di 180°. Gli ultimi provvedimenti del governo Conte hanno di fatto limitato la nostra libertà di movimento, riducendo significativamente le nostre possibilità. In questa contrazione forzata, siamo stati costretti a sperimentare nuovamente dopo moltissimo tempo la lentezza. Il tempo si è nuovamente dilatato. Le giornate ci appaiono lunghe e vuote.
Nella nostra coscienza appannata dalla accelerazione tecnologica e sociale magicamente ritornano le relazioni. Purtroppo senza il corpo, senza quella prossimità fisica veicolo di emozioni e affetti. Fortunatamente gli occhi e la voce possono supplire a questa penitenza quaresimale, imposta dal microrganismo virale che ha messo in ginocchio noi stessi e in seconda battuta la nostra società postmoderna.
Indubbiamente il Coronavirus e soprattutto i provvedimenti imposti dal Governo Conte, rappresentano un’occasione da cogliere al volo per ristabilire le priorità della nostra vita, per riprendere contatto con il silenzio che avvolge le nostre città e che avevamo marginalizzato e dimenticato.
Il momento presente rappresenta un’occasione irripetibile per aumentare la nostra mente di quelle sensazioni, riflessioni ed esperienze che avevano dimenticato o rimosso perché non coerenti con il paradigma della velocità.
Quando si tornerà alla normalità non potremo riavvolgere il nastro e ripartire da dove siamo stati costretti a rallentare. Dovremo riconsiderare la nostra esistenza, mantenendo nel nostro orizzonte esistenziale tutto quello che avremo imparato dalla situazione attuale.
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Coronavirus, la lentezza ha detronizzato la velocità ultima modifica: 2020-03-12T21:08:22+01:00 da