di Elvira Fisichella, La Voce della scuola, 17.6.2024.
Nell’immagine a destra docenti abilitandi, in attesa di svolgere gli esami per la seconda abilitazione in una Università telematica; a sinistra un allevamento intensivo.
C’è differenza? Dal punto di vista economico no, entrambi sono nati per fare soldi ed alimentare una richiesta di mercato, in tal caso di carne e di abilitazioni, queste ultime per fornire ai docenti precari maggiori possibilità di lavorare; perché nel nostro Paese il lavoro non è sempre un diritto, spesso è solo un dovere, nemmeno sempre assolvibile, e talvolta precario anche quando si è di ruolo.
Il paragone è crudo ma in presenza di una normativa poco chiara e sicuramente tardiva, molte Università che hanno svolto i corsi da 30 CFU non hanno avuto scelta: o accelerare i tempi o rischiare di penalizzare i candidati nel punteggio da caricare nelle GPS, dopo aver pagato dai 1700 ai 2150 euro, inclusa la tassa d’esame.
Con tutta probabilità un rimando avrebbe alimentato un altro commercio ben noto alla Scuola, quello dei ricorsi, con cui si prova a sanare qualunque stortura, reale o anche inventata, nella certezza che, stando ai risultati, il tentativo val sempre la pena di farlo.
Qualche Ente erogatore dei 30 CFU non si è lasciato travolgere da scadenze penalizzanti e inaspettate, con il risultato che, alla fine, a parità di denaro sborsato, ci sarà chi si abiliterà entro la scadenza delle GPS 2024, prevista per il prossimo 10 giugno, avendo la possibilità di poter caricare il punteggio conseguito anche su altre cdc; chi invece dovrà attendere fine giugno, potendo arricchire esclusivamente la graduatoria in cui si è abilitato.
Ci sarà, inoltre, chi svolgerà scritto e orale in due giorni separati e chi in un solo giorno, chi avrà un colloquio orale di 3 minuti e chi di 45, con buona pace, questi ultimi, delle coscienze dei formatori, che penseranno di aver fatto le cose al meglio, sempre però a discapito dei corsisti.
Insomma, se c’è un dato comune a tutti, è il fatto che nel prossimo anno scolastico si allungheranno di molto le prime fasce delle graduatorie provinciali: non appena partiranno anche i corsi da 60 CFU, le stesse accoglieranno la stragrande maggioranza dei docenti in attesa di una cattedra, relegando alle seconde fasce esclusivamente chi non avrà avuto sufficiente disponibilità economica per iscriversi ad uno dei corsi abilitanti (alla faccia dell’uguaglianza e delle pari opportunità) oppure i neolaureati, almeno quelli che decidono di iscriversi alle GPS, giusto per darsi una possibilità in più nel medio e lungo termine.
Intanto nelle prime fasce, dove tutti sono abilitati, a farla da padroni per l’assegnazione di una cattedra saranno titoli e servizio che, in realtà, c’erano già prima di mettere mano al portafogli.
Sic stantibus rebus, la domanda sorge spontanea: a cosa sarà servito abilitare tutte queste persone se il titolo, preso in massa, sposta l’attenzione su due fattori già presenti e decisivi per lavorare?
Non era meglio assumere direttamente dalle prime fasce esistenti e lasciare le supplenze alla seconda fascia, senza tutto questo spreco di denaro dei docenti?
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Corsa alle abilitazioni, ecco l’allevamento. . . . ultima modifica: 2024-06-17T15:27:26+02:00 da