di Donatella Zorzetto, la Repubblica, 12.9.2023.
Sette milioni di studenti chiusi in aule spesso strette e senza mascherine: l’ombra del Covid aleggia su questo nuovo anno scolastico. Presidi pronti a distribuire mascherine
Sette milioni di studenti chiusi in aule spesso strette, senza mascherine, e visto l’autunno in arrivo, lo starnuto facile. L’ombra del Covid aleggia su questo nuovo anno scolastico, il cui inizio fa dire cautelativamente al direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia: “Evitiamo allarmismi. Adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti”. In settimana ci sarà un incontro per fare il punto della situazione, ma intanto bambini e ragazzi iniziano a varcare le porte degli istituti. Vediamo cosa può accadere e quali sono le regole a tutela degli studenti.
La variante Eris entra in aula?
In questo momento è la variante Eris a tenere banco in Italia, con un balzo del +44% solo negli ultimi 7 giorni. Eris ora è dominante con il 41,9% dei contagi messi a segno. È l’ultima ‘figlià di Omicron, dalla sigla EG.5 (discendente di XBB.1.9.2 con mutazione addizionale S:F456L), che si è affacciata sulla scena insieme a Pirola (BA.2.86), anch’essa nata da Omicron. Ma tutto questo, almeno all’interno degli istituti scolastici, ancora non esiste. E non viene tenuto in considerazione, visto che al momento non esistono misure restrittive anti-Covid da applicare nelle scuole e dunque non ci sono indicazioni specifiche sui comportamenti da adottare. C’è solo una circolare del ministero della Salute, datata 11 agosto, che elenca alcune raccomandazioni. Eccole.
Se l’alunno è positivo al Covid
Partiamo dalla domanda di fondo: cosa fare se un alunno è positivo al Covid? Al momento non esiste una disciplina specifica (applicabile agli studenti in classe). Le regole sono quelle generali, e derivano dall’ultima circolare ministeriale. Che consiglia: “Se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, applicare una corretta igiene delle mani ed evitare ambienti affollati. Evitare pure il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, e non frequentare ospedali o Rsa”.
Dunque, se uno studente risultasse positivo, o semplicemente presentasse sintomi mentre si trova in classe, la scuola non sarebbe tenuta a prendere provvedimenti. Tuttavia, la maggior parte dei presidi ha precisato che in questi casi “verrà subito contatta la famiglia dell’alunno” che, in caso di positività, “è consigliabile resti in cura a casa”.
Isolamento cancellato
La novità, dal 23 agosto scorso, è che se si risulta positivi al Covid non è più obbligatorio rimanere in isolamento. Obbligo che prima era fissato a 5 giorni a partire dal tampone positivo o dall’insorgere dei sintomi.Quindi è possibile muoversi, anche con la malattia in corso. Ed è anche cessata l’autosorveglianza per i contatti di persone positive, con l’obbligo di indossare le mascherine FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti.
Cosa fare in caso di contatto con persone positive?
Per le persone, quindi anche per gli studenti, che sono venute a contatto con casi Covid, la circolare dice che “non si applica alcuna misura restrittiva, ma si raccomanda comunque che le stesse pongano attenzione all’eventuale comparsa di sintomi suggestivi di Covid (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza) nei giorni immediatamente successivi al contatto”. Nel corso di quei giorni “è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza. E se si manifestano sintomi suggestivi di Covid è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare”.
I presidi: “Evitare assembramenti e distribuire mascherine”
Intanto i presidi fanno un passo avanti, lanciando alcune proposte finalizzare a cautelare la scuola dal Covid. Le sintetizza così Mario Rusconi dell’Associazione presidi: “L’indicazione è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni. In molte scuole, poi, a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. La stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”.
“L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità – prosegue Rusconi -. Il nostro è un invito in quanto l’utilizzo non è obbligatorio. Mi sento, poi, in dovere di lanciare un appello agli enti affinché siano più solleciti nei lavori di ristrutturazione negli istituti scolastici: avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus”.
Vaccino obbligatorio?
E che dire dei vaccini anti-Covid? La prima domanda che molti si pongono è se sia o meno obbligatorio farli. Non è obbligatorio, ma fortemente raccomandato per alcune categorie. È ancora la circolare ministeriale a precisare: è consigliabile per “anziani e persone con elevata fragilità, donne in gravidanza, operatori sanitari e sociosanitari”. A questi gruppi “è raccomandata e offerta una dose di richiamo valido 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”. Infine, “per coloro che hanno una marcata compromissione del sistema immunitario o con gravissime fragilità, potrebbe essere necessaria, dopo valutazione medica, un’ulteriore dose di richiamo o una anticipazione dell’intervallo dall’ultima dose”.
Vaccini anche a bambini e ragazzi
Premesso che la campagna vaccinale per immunizzarsi contro SARS-CoV-2 e le sue ultime varianti partirà in concomitanza con la campagna antinfluenzale per la stagione 2023/24, come previsto dall’ultima circolare del ministero della Salute, cioè ad ottobre, va detto che i vaccini utilizzati sono quelli a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente alla variante XBB.1.5). Nei giorni scorsi l’Agenzia europea per il farmaco (Ema) ha dato il primo via libera al vaccino aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech. E, secondo quanto sostengono le aziende che l’hanno formulato, il prodotto protegge dalle varianti XBB, compresa Eris, che discende da XBB.1.9.2.
A tale proposito, per bambini e ragazzi, il ciclo primario di vaccinazione è previsto a partire dai 5 anni di età. Per la fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) il vaccino è raccomandato ai bambini che hanno condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2. Ed è disponibile, su richiesta del genitore o di chi ne ha la potestà genitoriale, anche per la vaccinazione di tutti gli altri bambini in questa fascia d’età. Le vaccinazioni si potranno fare nei Centri vaccinali indicati dalle Regioni e nelle farmacie che aderiscono alla campagna.
Pregliasco: “Serve buonsenso”
Dunque cosa serve per il rientro a scuola in sicurezza di fronte ad un virus che cambia faccia continuamente? Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, “Serve un po’ di buonsenso”. E spiega: “In passato mandavamo i bambini a scuola imbottiti di Tachipirina e i genitori ci chiamavano quando era finito l’effetto, ora non ci sono prescrizioni e quindi ragioniamo nell’assoluta libertà di azione. Certo, per i genitori non è mai facile intervenire, diciamo che serve buon senso e attenzione alle regole di igiene generali”.
Pregliasco traduce il concetto in questo modo: “Ci vuole attenzione in relazione ai casi sintomatici, e dobbiamo pensare alla necessità di vaccinare i fragili, anche se, in generale, la vaccinazione sarebbe indicata per tutti i giovani: è una opzione, una raccomandazione perché il rischio di contagio c’è”.
Quanto alla prospettiva di indossare mascherine anti-Covid in classe, il virologo precisa: “Ad oggi una necessità non c’è, ma va monitorato l’andamento dei contagi. Semmai, da subito, va valutato se ci siano alunni con sintomi, sarebbe raccomandato areare i locali e riorganizzare gli spazi”.
Infine Pregliasco parla dell’immediato futuro: “Cosa ci aspetta? Sicuramente un aumento di casi Covid, anche se non riteniamo che si arriverà in condizioni di stress com’è avvenuto in passato – conclude -. Questo perché la gran parte degli adulti è protetta, grazie all’immunità ibrida raggiunta e a varianti si immunoevasive ma più benevole quanto ad effetti. Il rischio che le classi si trasformino in ‘bombe virologiche’? Non nascondiamolo, c’è. Per questo dobbiamo monitorare”.
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Covid, rientro a scuola tra i contagi: le nuove regole. Ecco chi rischia di più ultima modifica: 2023-09-12T05:58:40+02:00 da