di Marina Boscaino Il Fatto Quotidiano 2.5.2015
Per cominciare, alcune notizie, oltre al consueto bollettino che arriva dai parlamentari in Commissione Istruzione, dove attualmente si discute (per modo di dire) il ddl scuola e dove sono all’ordine del giorno contingentamento dei tempi e demolizione di spazi di democrazia. Il testo è atteso in aula alla Camera per il 14 maggio:votazione finale il 19. La Commissione “lavorerà sul provvedimento ogni giorno – mattina, pomeriggio e anche in notturna – a partire da domenica alle 10” (Nardelli).
Intanto l’ufficio di Presidenza (on.Coscia) ha fatto sapere che – a fronte dei 2mila emendamenti ammissibili – ogni gruppo parlamentare ne potrà porre in votazione solo 2 per ogni articolo: totale, 48 emendamenti. Contrarie a procedure e calendario le opposizioni: hanno votato contro Lega Nord, Forza Italia, Gruppo Misto, Sel, M5S i cui parlamentari hanno annunciato l’abbandono della commissione stessa.
Intanto, il 28 aprile il Comitato per la Legislazione (il cui compito è quello di verificare che il testo di un provvedimento di legge sia redatto secondo le regole e in modo non equivoco) ha emesso un parere limpido: le osservazioni sono decine, tutti gli articoli del Ddl vengono messi in discussione. C’è da dubitarne, dati i tempi che corrono: ma rispetto e democrazia vorrebbero che i rilievi del Comitato venissero concretamente presi in considerazione dal Parlamento. Il 29 aprile, poi, la direzione regionale del Pd pugliese ha approvato un documento che impegna i parlamentari a chiedere il ritiro della Buona Scuola. Sarebbero fatti da tenere in considerazione.
Tutto intorno – al contrario – si sta disegnando uno scenario inimmaginabile, costruito su colpi inferti dal grande rottamatore non solo ai membri dissidenti del suo partito, ma anche alla Costituzione e alle istituzioni italiane. Sta accadendo nel sostanziale silenzio e nella rassegnazione della maggior parte, tranne sparuti gruppi (qualche giurista, pochissimi intellettuali, qualche manipolo di resistenti di ogni colore). Solo la scuola sta organizzando una grande giornata di sciopero nazionale. Uno sciopero cui – con grande responsabilità – aderiscono (quasi) tutti i sindacati. Anche alcuni di quelli che erano in piazza venerdì scorso: è di ieri il comunicato in tal senso di d’Errico (Unicobas).
L’orgoglio della scuola italiana si sta per rovesciare nelle piazze, dopo anni di attendismo e di inerzie. Docenti, studenti, e – fatto significativo – molti genitori. Il 5 maggio si misureranno l’energia e l’efficacia dell’unica lotta di dimensioni nazionali oggi in campo, capace di coinvolgere milioni di persone e per di più straordinariamente trasversali a tutta la società. Non è che l’inizio: la democrazia si difende prima di tutto a scuola.
Se i sindacati devono fare la propria parte perché il 5 maggio venga ricordata come una giornata veramente memorabile – molte scuole non apriranno i cancelli; si prevedono centinaia di manifestazioni locali, oltre a quelle di Roma, Milano, Bari, Palermo e Cagliari, su cui confluiranno le regioni limitrofe – la creatività dei docenti e degli studenti si sta manifestando in maniera appassionata ed efficace: appelli, in particolare quello che da qualche settimana è stato rivolto al presidente Mattarella per ottenere la sua attenzione sul tema della chiamata diretta dei docenti da parte del dirigente, che ha raccolto più di 100mila firme; l’occupazione fino a mezzanotte di istituti scolastici, non interrompendo le lezioni, come da giorni al liceo Pontormo di Empoli; flash mob che sono stati organizzati contemporaneamente in moltissime città italiane la scorsa settimana, con enorme partecipazione; altri se ne prevedono.
Grande risonanza ha avuto il 10 aprile il selfie degli insegnanti vestiti a lutto #controlabuonascuola; il Coordinamento degli insegnanti arrabbiati ha già convocato, per il 9 maggio, la giornata dell’orgoglio e della dignità. Tutto ciò accompagnato da assemblee partecipatissime, da un profluvio di documenti e mozioni che i docenti italiani ogni giorno elaborano per dire no alla Buona Scuola (sic!). Domenica 3 maggio a Bologna in piazza 8 agosto alle 15, in occasione della conclusione della Festa dell’Unità (quella durante la quale Giannini ha dato degli “squadristi” ai docenti che manifestavano la propria contrarietà alla “riforma”) Renzi è atteso con cucchiai e pentole: un concerto per il presidente del consiglio, con pane e cioccolato per la merenda di bambine e bambini, con la messa in scena parodico-drammatica dell’asta delle maestre nella nuova scuola, con i famosi “quiz Infalsi”.
Ma la scuola italiana democratica non parla solo a se stessa. Vuole spiegare ai genitori le proprie ragioni; vuole far comprendere i motivi dello sciopero del 5 e delle mobilitazioni che non avranno senso se non saranno realmente condivise. Il Comitato per il Sostegno alla Lipscuola ha scritto ai genitori: lo sciopero della scuola spiegato alle famiglie, letto da mezzo milione di persone. E parla alla società civile: oggi il Comitato ha pubblicato un appello che chiamatutte le forze sociali al presidio degli spazi di democrazia.
Sempre il Comitato per il sostegno alla Lipscuola ha inaugurato ieri la campagna ‘Io ci metto la faccia. Orgogliosamente insegnante‘ che in un solo giorno ha fatto registrare numerosissime adesioni. Entrate nei link e provate a pensate un po’ quanto lavoro, studio, passione ed energia stiamo mettendo in campo. A proposito di creatività, circola la seguente convocazione:
‘Giorno 5 maggio consiglio di classe straordinario: 750.000 docenti si riuniranno per discutere sul caso dell’alunno Matteo. L’alunno mostra poca partecipazione alle diverse attività, poco sensibile ai richiami, conosce le norme che regolano la vita della comunità, ma non sempre le rispetta. Non ha ben sviluppato la capacità di ascolto: si distrae facilmente.Maggiori lacune si manifestano nello sviluppo delle competenze della lettura e comprensione di diversi testi scritti. Gli insegnanti, al fine di potenziare e facilitare lo sviluppo delle capacità apprenditive, presentano un programma /percorso di recupero individualizzato volto a guidare l’alunno alla conquista di capacità logiche , scientifiche ed operative, ed alla progressiva maturazione della coscienza di sé e del proprio rapporto con il mondo esterno’. Un consiglio straordinario a cui nessuno di noi deve mancare, genitori e studenti – ovviamente – presenti.
Ddl scuola, una settimana di mobilitazioni ultima modifica: 2015-05-02T22:18:10+02:00 da