di Andrea Carlino, La Tecnica della scuola, 15.4.2020
Fine delle vacanze pasquali per la gran parte degli oltre 8 milioni di studenti italiani (le vacanze secondo i calendari scolastici erano dal 9 al 14 aprile compresi) e ritorno con la didattica a distanza.
Dopo l’approvazione nei giorni scorsi del decreto sulla scuola da parte del Consiglio dei ministri che di fatto rende obbligatoria la didattica a distanza, tutti gli istituti si stanno via via organizzando con la didattica a distanza per l’avvio della fase finale dell’anno scolastico che dovrà comprendere interrogazioni, valutazioni, scrutini ed anche esami di terza media e maturità.
Anche se è ancora in piedi l’ipotesi di un rientro in classe in maggio, entro il 18, è molto probabile che le scuole per la fine dell’anno scolastico non riapriranno.
Su questo, nei giorni scorsi, sono intervenuti diversi epidemiologi. L’ultimo, in ordine cronologico, è Pier Luigi Lopalco, virologo dell’università di Pisa: “Noi stiamo facendo bene a non riaprire le scuole, riaprirle subito è rischioso perchè sono un nucleo di circolazione del virus particolarmente efficiente. La ripartenza deve essere fatta in sicurezza. Forse avremmo dovuto pensarci qualche settimana prima a programmare quest’azione”. Così l’epidemiologo ad Agorà su Rai 3.
“Riaprire le scuole – ha precisato l’esperto – è rischioso, perché sono un nucleo di circolazione del virus particolarmente efficiente”.
Rispetto alla decisione di riaprirle fatta da altri paesi, ha detto: “Capisco anche questa scelta, perché se non ripartono le scuole è difficile fare ripartire altre attività. La scuola, infatti, oltre a essere importante dal punto di vista didattico, è anche un’alternativa alla babysitter”.
In alcuni casi quindi “le scelte sono state fatte anche secondo questa logica”, ovvero “pensandolo non tanto come sistema educativo ma di parcheggio” per alcune famiglie che non hanno alternative.
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