dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 13.12.2018

– L’oggettiva disparità trattamento tra il personale della scuola e gli altri pubblici dipendenti

impone un  intervento correttivo urgente –

Dalle ultime notizie sul testo di legge di bilancio  l’ipotesi relativa a quota 100 per le pensioni sarebbe penalizzante in modo inaccettabile per il personale della scuola. Di fatto salterebbe la finestra del 1 settembre 2019 per i beneficiari di un provvedimento di accorciamento dei termini previsti dalla Fornero, costringendo così i docenti ad utilizzare solo la finestra del 2020. Non si tratterebbe più di quota 100, ma come minimo di quota 102. Gli altri pubblici dipendenti che raggiungeranno i requisiti entro il 31 marzo 2019 potranno invece uscire dal lavoro entro il 1 ottobre 2019 in modo che “sia garantita la continuità” e “il buon andamento dell’azione amministrativa”. I pubblici dipendenti, che conseguirebbero i requisiti dopo il 1 aprile conseguirebbero la pensione dopo sei mesi.

La Gilda degli Insegnanti della provincia di Venezia esprime indignazione per l’oggettiva disparità di trattamento tra il personale della scuola e gli altri pubblici dipendenti. I tagli alla riforma Fornero ricadrebbero sulle spalle dei docenti dopo mesi di confuse promesse e di inutili aspettative. In più il governo parla di “quota cento sperimentale” per un periodo massimo di tre anni (2019-2021) che penalizzerebbe ancor di più la scuola che potrebbe “godere” solo di due finestre (1 settembre 2020 e 1 settembre 2021 – quota 102 e quota 104). E dopo??

Si tratta di uno scenario che la Gilda degli Insegnanti di Venezia ritiene sconcertante, scenario aggravato dagli esigui stanziamenti previsti per il prossimo contratto di lavoro per la scuola. Si chiamano ancora i docenti a salvare la Patria e le poste di bilancio.

La Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia chiede pertanto un intervento correttivo urgente affichè si garantiscano nel pubblico impiego tutto condizioni di equità e di parità di trattamento.

Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia

.

.

.

.

.