Elena Bonazzan: “E ben venga la clausola della continuità didattica: una volta entrati in ruolo, i docenti dovranno rimanere nella stessa sede per almeno 5 anni”
[Bugiardino. L’ingenuità, l’illusione e l’errore di Elena Donazzan – e anche di altri – è che il vincolo di 5 anni migliori la continuità didattica. Ma la discontinuità didattica è di due tipi: una relativa alle nomine all’inizio dell’a.s. ed è dovuta ai tempi tecnici, ai ritardi, agli errori, alla burocrazia delle scuole, degli ex-Provveditorati; l’altra dovuta a cambio docenti per pensionamenti, mobilità e simili; il blocco quinquennale o triennale non fa altro che rendere viscosa e perciò rallentata e più lunga questa seconda discontinuità; in altre parole la continuità di oggi si paga con gli interessi negli anni successivi. v.p.]


Bussetti: in ruolo con concorso. Donazzan, bene vincolo 5 anni

di redazione – 16 Gen 2019 – 7:02
“Condivido in pieno le proposte del ministro Bussetti: gli insegnanti che vincono il concorso hanno il diritto-dovere di insegnare, una volta superata la selezione nazionale abilitante. Basta costosi corsi di ulteriore qualificazione.”

E ben venga la clausola della continuità didattica: una volta entrati in ruolo, i docenti dovranno rimanere nella stessa sede per almeno 5 anni”.

L’assessore alla scuola della Regione Veneto, Elena Donazzan, esprime totale apprezzamento per le proposte formulare dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti al congresso nazionale Confsal.

“Snellire e velocizzare il reclutamento degli insegnanti è la prima condizione per lasciar spazio ai giovani, garantire il turn over e assicurare così l’innesto di giovani professionalità nel corpo docenti. Ben venga quindi la proposta del ministro di eliminare i corsi abilitanti e di assumere direttamente i vincitori del concorso nazionale, dopo un anno di prova. Così si snellisce il reclutamento di nuovi insegnanti, si danno certezze ai neolaureati meritevoli”.

“Auspico – conclude Donazzan – che i concorsi siano banditi sulla base dell’effettivo fabbisogno delle piante organiche dei docenti delle scuole di diverso ordine e grado, in modo da garantire la piena copertura dei posti in tutto il territorio nazionale”.