TuttoscuolaNews, n. 690 del 4.5.2015.
A caldo, dopo la proclamazione dello sciopero unitario per martedì prossimo, il premier Renzi aveva dichiarato “La scuola è delle famiglie e degli studenti, non dei sindacati della scuola. Se fanno sciopero perché gli portiamo via il diritto di decidere cosa succede nella scuola, fanno bene”.
Non i contenuti del ddl sulla Buona Scuola, bensì l’esclusione dalla cogestione delle scelte: questa, secondo il capo del Governo sarebbe stata la ragione non dichiarata che ha portato il sindacato allo sciopero.
In effetti i sindacati della scuola sono stati messi di fronte al fatto compiuto, non hanno potuto concorrere a determinare le scelte di riforma, non sono stati consultati come erano abituati in passato: questa, secondo Renzi, la ragione di fondo che va ben oltre il merito dei contenuti del ddl.
Il premier aveva anche aggiunto: “Mi fa ridere, se non fosse una cosa triste, il fatto che si proponga di scioperare contro un governo che sta assumendo 100mila insegnanti. Il più grande investimento fatto da un governo nella scuola italiana”.
Tutto questo dieci giorni fa, ma cosa farà il 6 maggio, il giorno dopo uno sciopero che si annuncia massiccio e che vedrà scendere in campo anche gli studenti (non è una novità) e altre categorie di lavoratori non della scuola (questa si che è una novità)?
Si comporterà come ha fatto con l’Italicum sfidando le opposizioni interne e mettendo a rischio le sorti del suo Governo? Oppure cercherà una mediazione (forse già avviata con i primi emendamenti in Commissione Cultura alla Camera)?
Ma i limiti di una eventuale mediazione quali sono? Una mediazione al ribasso non può comunque rappresentare una rinuncia al cambiamento promesso, quando ripetutamente nei mesi scorsi Renzi affermava di voler “cambiare verso” e di voler porre la scuola al primo posto nella scala delle priorità del Governo.
L’avere investito nella legge di stabilità 2015 cospicue risorse finanziarie, nonostante le difficoltà di bilancio, era parso un segno concreto della volontà di cambiare, ma se, alla fine, la sostanza della riforma sarà limitata al piano di assunzioni o poco più, si sarà persa un’occasione storica unica per cambiare la scuola.
Dopo lo sciopero sarà sfida frontale o mediazione al ribasso? ultima modifica: 2015-05-04T04:59:46+02:00 da