Draghi avrà contro M5s e Leu, si va verso un governo a tempo col Pd, Renzi e Berlusconi

di Alessandro Giuliani,  La Tecnica della scuola, 3.2.2021.

E dopo Azzolina? [Il punto]

Gilda Venezia

Mario Draghi non perde tempo. Da presidente del Consiglio ha subito incontrato i presidenti di Senato e Camera, ma anche Giuseppe Conte, quello che potrebbe essere il suo predecessore, e si è rivolto al paese, definendo cruciali le risorse che arriveranno dall’Europa attraverso il Recovery Fund.

Grillo: fedeli a Conte

Ma la domanda che tutti si fanno è: Draghi avrà il sostegno della maggioranza dei partiti? La strada appare impervia. Perché il primo partito, il M5s, per bocca di uno dei suoi leader, Beppe Grillo, ha detto che il Movimento rimane “fedele a Conte”.

Anche il capo politico dei grillini, Vito Crimi, è sembrato decisamente freddo. “Un governo tecnico avrebbe mai potuto fare il reddito di cittadinanza? Avrebbe potuto fare misure costose ma innovative e di rilancio come il superbonus al 100% e le comunità energetiche?”.

E ancora. “Queste sono operazioni – dice Crimi – che può fare un governo politico, non un governo che ha la necessità di far quadrare i conti. Un tecnico non fa il bene del Paese, abbiamo già dato”.

Fratoianni: tutto da vedere

Anche da LeU arriva una certa freddezza. Nicola Fratoianni dice che “non esistono governi tecnici e tantomeno esistono governi neutri – prosegue il segretario nazionale di Sinistra Italiana- la natura di un governo si misura dalle sue scelte. Quello che va discusso in queste ore è quale sarà la scelta prevalente di un eventuale, nuovo governo”.

“Se sceglierà di prorogare il blocco dei licenziamenti, di preparare una riforma del fisco in termini fortemente progressivi, di investire pesantemente sul rafforzamento del sistema sanitario pubblico e sulla scuola è un conto, ma se le scelte sono di segno opposto è tutta un’altra faccenda”, ha concluso Fratoianni.

Mentre il Pd si dice pronto a sostenere Draghi: l’esito paradossale, ha detto Dario Franceschini, è che non bisogna spaccarsi e aprire il Paese alla destra.

Opposizione responsabile

Chi sosterrà l’ex governatore della Banca centrale europea è sicuramente Italia Viva. E anche Forza Italia ha dato la sua disponibilità. Con Lega e Fratelli d’Italia che rimarrebbero all’opposizione ma in modo “responsabile”.

Questo è il quadro che aspetta l’Italia. Rimane da capire con quali tempi. Il governo Draghi durerà sino alla fine della legislatura? Oppure fino a poco dopo l’elezione del presidente della Repubblica? O magari alla prossima primavera, prima quindi dell’avvio del semestre bianco che porterà ad individuare il successore di Sergio Mattarella?

Per Draghi, insomma, la strada non è proprio agevole. Alla fine, per incrementare il sostegno, l’ex governatore della Bce potrebbe scendere a patti e accettare qualche ministro politico.

Si pensa al dopo Azzolina

Fare, quindi, delle previsioni su chi tra qualche settimana guiderà il dicastero di Viale Trastevere al posto di Lucia Azzolina appare davvero difficile.

Nelle ultime ore, si sta facendo il nome del professore Patrizio Bianchi, che nei mesi del lockdown è stato coordinatore del Comitato degli esperti ministero dell’Istruzione, il cui operato ha indirizzato (nemmeno troppo) le scelte dell’amministrazione in vista della ripresa di settembre.

La cautela è d’obbligo. Attendiamo almeno che Draghi inizi le consultazioni con i partiti: prenderà il via la mattina di giovedì 4 febbraio. E dovrà fare in fretta. L’Italia, dove i casi di Covid sono tornati a salire, non può aspettare.

Nuovo Ministro dell’Istruzione: tecnico o politico?

Il nuovo Ministro dell’Istruzione o la nuova Ministra dell’Istruzione dovrà provenire dalla politica o dovrà essere di area tecnica? Insomma, ministro tecnico o politico?

Ne abbiamo discusso nella diretta di Tecnica della Scuola Live del 2 febbraio.

Ospiti Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl ScuolaMauro Piras, docente di storia e filosofia, Gruppo CondorcetAndrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli. Ha condotto la puntata Reginaldo Palermo, vice direttore della Tecnica della scuola. Nel video che segue il parere dei nostri ospiti.

Dunque, alla domanda posta dal nostro vice direttore Reginaldo Palermo, che ha chiesto agli ospiti un contributo secco circa il profilo ideale del Ministro l’azione concreta da attuare, gli ospiti della diretta hanno risposto come segue.

Mauro Piras

“Un Ministro deve avere coraggio, perché nella scuola per fare qualcosa di buono, devi spaccare qualcosa. Il problema più grave è la dispersione scolastica. La dispersione è il male della scuola e si annida nel primo biennio delle superiori. Un nuovo Ministro dovrebbe riallineare la fine del primo ciclo al biennio delle superiori.

Maddalena Gissi

“Innanzitutto il profilo del Ministro dell’Istruzione non deve dipendere dal Mef (Ministero Economia e Finanze), si deve sganciare, deve essere autonomo, deve essere capace di entrare nel Consiglio dei ministri con una forza da Ministro dell’Istruzione. Poi, dovrebbe guardare indietro alle belle esperienze degli anni dal 2000 al 2008, gli anni d’oro di sguardo alla scuola come priorità del Paese. Indietro fino al quaderno bianco di Fioroni. Insomma, la prima azione concreta potrebbe essere una conferenza nazionale della scuola, una sorta di Stati Generali, con davanti agli occhi il quaderno bianco di Fioroni.”

Andrea Gavosto

“Io ho sempre apprezzato i ministri politici, mentre i ministri che venivano dal mondo della scuola sono stati più deludenti. Quindi un giusto profilo a mio parere è quello di un ministro con capacità politica e con la voglia di imparare. Ripartire dal Recovery Plan perché è un’occasione unica che dobbiamo sfruttare al meglio. Le aree dell’edilizia scolastica e della formazione docenti come aree chiave da cui partire. Il Ministro dovrà individuare delle azioni e delle priorità dentro questi due ambiti.”

Infine, i tre ospiti, sempre su sollecitazione del vice direttore Reginaldo Palermo, chiamati a scegliere tra un ministro politico, uno di area economica e uno di formazione pedagogica, hanno votato tutti e tre per il ministro politico.

 

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