di Corrado Zunino, la Repubblica, 25.7.2018
– Spunta la norma nel decreto dignità: un concorso straordinario per entrare in ruolo, potrà accedere chi ha due anni di supplenze. Salvi anche i precari di lungo corso e gli idonei del 2016.
L’emendamento di maggioranza – che potrebbe essere già votato in queste ore, mentre il termine per la conversione in legge del decreto è fissato al prossimo 2 agosto – prevede un concorso a cattedra straordinario per diplomati magistrali (49.199) e laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento (8.000 laureati più 40 mila studenti spesso chiamati a fare supplenze poi non riconosciute). Potrà accedere al nuovo concorso su misura chi ha un diploma magistrale abilitante e gli stessi laureati in scienze della formazione primaria purché, negli ultimi otto anni scolastici, “abbiano svolto almeno due anni di servizio specifico anche non continuativo su posto comune o di sostegno”. Due stagioni di supplenze, anche a spezzoni.
Sta arrivando, riassumendo, la sanatoria per i diplomati magistrali – una prova senza selezione, quindi finta – promessa da Lega e Cinque Stelle in campagna elettorale. L’atto del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che lo scorso 2 luglio ha congelato per quattro mesi la sentenza plenaria del Consiglio di Stato che aveva allontanato dalla cattedra e dalle Graduatorie a esaurimento le diplomate magistrali, viene superato da un emendamento di maggioranza che entrerà nel Decreto dignità.
Un altro emendamento sul tema, sempre di maggioranza, rispetta la sentenza plenaria solo per le 5.655 maestre già in ruolo che hanno firmato un’assunzione con la clausola di rescissione. Quando arriverà per ciascuna di loro la sentenza, “per continuità didattica”, saranno trasformate in supplenti fino al 30 giugno 2019. Quindi, saranno inserite anche loro nella graduatoria Gm per una futura cattedra.
· La beffa per le laureate
Le precarie storiche presenti nell’altra graduatoria Gae (23.788) non vengono direttamente penalizzate, ma protestano per la mancanza di selezione per scegliere maestre che insegneranno all’infanzia e, soprattutto, alle elementari: “Non ci sarà uno scritto. Non ci sarà un controllo minimo sulle competenze ortografiche, grammaticali, sulla conoscenza dell’inglese delle nuove assunte. Molte di loro, ricordiamolo, ai concorsi ordinari sono state bocciate”. Il problema di questo nuovo concorso straordinario è proprio nel non essere selettivo, come lo ha voluto il senatore Mario Pittoni, presidente leghista della commissione Istruzione.
Con questa scelta si aprono altri due ordini di problemi. Al Sud, dove oggi non si riescono ad assumere i vincitori dei precedenti bandi, le diplomate magistrali resteranno ingolfate per anni in fondo alla graduatoria. Avranno certezza di essere assunte prima o poi, ma i tempi, senza investimenti sul potenziamento e su nuovi istituti scolastici, resteranno lunghi. Infine, c’è il concorso ad hoc per precari di seconda fascia approvato dal precedente governo e che prevedeva un percorso di formazione interno alle classi (Fit). Resta congelato e il ministro Bussetti non fa sapere quale sarà la sua sorte.