Tuttoscuola, 14.1.2018
– La scuola è aperta e di animo nobile. Serve a capire il mondo e a cambiarlo. Facebook fa parte da anni del mondo reale e virtuale, è un luogo di scambio di informazioni, un diario aperto, una vetrina delle vanità, da usare anchecome strumento di lavoro e di studio, e più in generale come occasione di riflessione sull’uso esperto delle risorse gratuite. Quest’ultimo aspetto interessa da vicino la scuola, dunque è il caso di parlarne seguendo l’analisi di una specialista, Veronica Gentili, che conosce Facebook come le sue tasche e se ne occupa per ragioni professionali. Lo abbiamo fatto nel numero di gennaio di Tuttoscuola in un articolo di Alessandro Dell’Aira, esperto di sistemi formativi.
Da sette anni Veronica studia le dinamiche di Facebook, compresi i trucchi, i segreti e le buone pratiche. Lo ha definito “l’ecosistema social più grande del mondo”. Ha messo in evidenza che il 75 per cento degli italiani si informa online sulle notizie di attualità, non più sulla carta stampata, e come, tra i social media più usati nella condivisione delle informazioni, il 96 per cento accedadi preferenza a Facebook. I suoi utenti nel mondo sono due miliardi ogni mese, il doppio degli utenti di YouTube. In Italia sono 30 milioni al mese, contro i 24 milioni di YouTube. Facebook è anche un database sterminato, visto che i suoi frequentatori più assidui raccontano al mondo ogni giorno come si sentono, cosa stanno pensando, a quali eventi si interessano. Senza dimenticare, e qui Veronica riprende un noto slogan da mandare a memoria, che “se una cosa è gratis vuol dire che il prodotto sei tu”. Per non essere preda dell’algoritmo di Facebook, per usarlo come conviene a noi, alla scuola e non ad altri, occorre “dare il messaggio giusto, alle persone giuste, nel momento giusto”.
Lasciamo da parte gli aspetti tecnici, su cui Veronica si sofferma nel proprio sito web, e approfondiamo il tema che ci riguarda. Due anni fa Vera Schiavazzi ha osservato su Repubblica come i docenti italiani disposti a usare Facebook con finalità didattiche e organizzative fossero meno di due su dieci. Oggi saranno senz’altro di più. Qualcuno, come lo psicologo Alberto Parola, ha enunciato una sorta di galateo per l’uso scolastico dei social, e dunque anche di Facebook, che oltre al rispetto della privacy impone un’attenzione particolare al coinvolgimento corretto dei gruppi.
Oltre che educare alla socializzazione, Facebook può essere un validissimo strumento per documentarsia scuola su temi e contenuti culturali, da elaborare e sviluppare in modo originale. Dedichiamo un po’ d’attenzione, ad esempio, al profilo Facebook di un grande uomo di spettacolo, Toni Servillo. Non si tratta di un profilo ufficiale, ma si affianca al sito web dell’artista, coordinato da un giovane attore napoletano del Teatro stabile di Genova, e lo integra dal punto di vista autonomo di un fan molto preparato. Questi parte dai gusti propri, ma si rivolge alle persone giuste, quelle che compongono il popolo dei fan di Toni Servillo. Questo confronto, a cura del docente di lettere o del collega che guida e organizza il gruppo teatrale della scuola, sarà finalizzato a individuare le competenze comunicative essenziali a diversi livelli, a mutuarle e a farle proprie per gradi, per promuovere su Facebook il gruppo teatrale della scuola o altre attività che la scuola promuove, con rilevanza esterna.
In cosa differiscono le due fonti? Ne parliamo nel dettaglio nell’articolo presente sul numero di gennaio di Tuttoscuola.
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Facebook a scuola? Ecco perché si può fare ultima modifica: 2018-01-14T17:18:55+01:00 da