dal blog di Gianfranco Scialpi, 16.10.2023.

Generazione S (Stressata). Il profilo che rimanda alla difficoltà di vivere. Tre esempi di un disastro educativo. Gli adulti non aiutano.

Generazione S (Stressata). Tre esempi

Generazione S (stressata). Per definire i nostri giovani divisi per età si usano le lettere. Senza andare oltre a ritroso le ultime due rimandano alla Z e Alpha. La prima identifica i giovani nati tra il 1995 il 2010. Segue poi la l’ultima che oggi ha 13 anni (massimo). Per la loro definizione si è guardato al rapporto con la tecnologia, il digitale (nativi digitali).  La generazione Z  non ha completato il passaggio  verso l’online. Mantiene ancora  accesa l’inclinazione a vivere nel reale. Qualcuno li ha definiti anche una generazione fluida. Invece La generazione Alpha ha completato il passaggio.
Se consideriamo altri parametri come lo stress è possibile definire i nostri adolescenti e giovani come una generazione S. Essi manifestano comportamenti stressati e ansiosi. In molti casi sopra le righe, esprimendo un disagio esistenziale, difficilmente imputabile a una causa.
Alcuni esempi. Il Covid ha reso i nostri ragazzi più insicuri, ansiosi e stressati. Sul banco degli imputati è chiamata a salire la Dad che ha ridotto la loro socialità, aumentando la condizione di isolamento. Ovviamente la conclusione è parziale, in quanto si dimentica che questo distacco dal mondo reale era già a uno stato avanzato (smartphone) prima del febbraio-marzo 2020. Il secondo esempio è dato da Tuttoscuola  con un articolo pubblicato il 12 settembre. Era evidenziato che 4/5 dei ragazzi vivevano il rientro da scuola in modo ansioso (e no solo). L’ultimo esempio rimanda al nuovo tema: abolizione del voto che secondo D. Novara favorisce stati d’ansia e di stress nei ragazzi.

E allora?

Constatata la situazione oggettiva non condivido le risposte che gli adulti propongono per risolvere questo disagio giovanile. Personalmente sono più convinto delle tesi portate avanti da sempre da P. Crepet (psicoterapeuta). In sintesi non possiamo costruire intorno al ragazzo una bolla e sperare che questa riesca a mantenersi in una prospettiva lunga. La vita è complessa, priva di punti di riferimento culturali, valoriali. In questo deserto di modelli che caratteriza la dimensione del vuoto (P. Crepet) i grandi assenti sono gli adulti (in primis i genitori). L’unica soluzione proposta è semplificare, annullare le spigolosità, gli aculei esistenziali, espellendo dall’orizzonte esistenziale la negatività (La società senza dolore, Byung-Chul Han) che interagisce con la positività, consegnandoci un’esistenza fatta di bianco e nero. Risultato: è il grigio la cifra della nostra esistenza!
In tal senso occorre leggere la proposta di abolire i voti . E’ molto più semplice eliminare il problema che accompagnare i nostri ragazzi. Lo stare accanto significa tempo, capacità empatiche ed emozionali coronate da reali conoscenze del pianeta giovane. Troppo impegnativo!

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