I nostri studenti, la loro attenzione dura otto secondi

Gilda Venezia

dal blog di Gianfranco Scialpi, 21.4.2023.

Gilda Venezia

I nostri studenti. La loro attenzione dura solo otto secondi. Le implicazioni sulla capacità di affrontare le questioni dell’esistenza

I nostri studenti e la loro attenzione ridotta a otto secondi

I nostri studenti. Chi lavora nelle scuole conosce bene la situazione, riguardante il loro grado di attenzione. Siamo ai minimi termini. Un’ulteriore conferma proviene da un articolo proposto da La Stampa – Specchio (16 aprile 2023). L’autore è un insegnante: Mario Fillioley. La prosa lo tradisce. Il contributo è libero da elaborazioni teoriche. Si percepisce la passione e la sofferenza professionale nel constatare l’involuzione dei ragazzi della Gen Z, dovuta anche alla maggiore fragilità. Si respira l’aula, si ha la sensazione di avere i ragazzi davanti a sè.
Riporto qualche passaggio: “In classe vale la regola degli otto secondi, la stessa quando un pezzo di panino cade per terra: se lo raccogli entro otto secondi, ci soffi sopra e te lo puoi mangiare, se passano più di otto secondi lo devi buttare. In classe deve succedere qualcosa di didattico ogni otto secondi, se in otto secondi non è stato compreso e assimilato, lo puoi buttare via e ricominciare con altri otto secondi per una nuova cosa… aprite  il libro è andate a pagina 187. Loro ti chiedono: come prof? Che pagina? 167?197?157? Sembra una tombola in un ospedale geriatrico.”

Le inquietanti implicazioni

Quali le implicazioni di questo deragliamento attentivo? Sicuramente sono  penalizzate quelle forme d’intelligenza, riguardanti  le espressioni linguistico-verbale, logico ed esistenziale (H. Gardner). Queste facilitano l’approccio filosofico alla vita, “riportando” la persona ad interrogarsi sulle grandi questioni. Ovviamente anche le altre concorrono, ma ritengo che le suddette creino le condizioni ottimali per porsi le domande importanti sulla vita. La conditio sine qua non è la riflessione. Questa è la facoltà che lavora sulle conoscenze acquisite, fermandosi su di esse per coglierne nessi già esistenti, oppure altri maggiormente legati alla vita della persona. Quindi occorre una meta competenza che consenta di estraniarsi dal mondo circostante per ritrovare la dimensione introspettiva. Questi elementi sono assenti nei ragazzi. Essi vivono constantemente fuori da se stessi. Il loro mondo interiore è fatto soprattutto di sensazioni, emozioni superficiali che ostacolano il lavoro profondo (riflessione). L’impresa è resa ancora più difficile dall’ essenzialità del lorolessico. Del resto nessuno riesce a immaginare o a pensare mondi che vanno oltre il proprio linguaggio (Wittgeinstein). Questa essenzialità condiziona pesantemente anche la loro sintassi.
Le conseguenze sono facilmente intuibili. In un contesato significativamente caratterizzato dall’infocrazia (Byung-Chul Han, 2023) che tende a piacere e colpire (G. Lipowetsky) sono facilmente irretiti dai messaggi a forte caratura emotiva. Da qui l’incapacità di valutare l’informazione una notizia oggettivamente, accettando facilmente come vere le fake news.
La prospettiva non è incoraggiante. Si legge, infatti nell’articolo citato:” Per ora sono otto, tra dieci anni sei

 

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I nostri studenti, la loro attenzione dura otto secondi ultima modifica: 2023-04-22T05:48:23+02:00 da
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