di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 21 marzo 2023.
Un piccolo teatro dell’assurdo per il conferimento delle cattedre a supplenza dal 16 marzo al 4 aprile in una scuola veneziana creato da innumerevoli e confuse normative sul precariato e sulle graduatorie pubbliche da cui attingere: un’altra storia di follia burocratica.
E’ andata sui giornali locali la storia paradossale della chiamata per un posto di supplente temporaneo di poche settimane che ha coinvolto più di quaranta interessati chiamati alle 8 di mattina in presenza per la possibile attribuzione dell’incarico. Ci sono state proteste e sicuramente il tutto poteva essere gestito in altra maniera soprattutto per l’opacità che ormai contraddistingue le posizioni in graduatoria dei supplenti e per il fatto che la scuola ha preferito la convocazione di massa per affidare l’incarico piuttosto che altre modalità (mail, telefonata). E’ anche vero che spesso alle chiamate molti preferiscono non presentarsi o il silenzio-diniego, fatto che tende ad allungare i tempi per la copertura del posto. La dirigente scolastica Prof.ssa Rachele Scandella ha chiosato alla stampa locale adducendo il fatto che tutto si è svolto nella perfetta legalità invitando i giornalisti a rivolgersi ai sindacati per le spiegazioni. D’altro canto la reggente dell’USR Dott.ssa Nappa continua ad osannare gli algoritmi come panacea di tutti i mali per superare le complicate procedure di affidamento delle supplenze e per garantire l’ordinato avvio del prossimo anno scolastico.
Si tratta di un piccolo teatro dell’assurdo creato da innumerevoli e confuse normative sul precariato e sulle graduatorie pubbliche da cui attingere per il conferimento delle cattedre a supplenza. Ogni governo negli ultimi vent’anni ha modificato le modalità di reclutamento e di organizzazione delle modalità di chiamata per i supplenti creando situazioni contraddittorie e aspettative mai concretizzate. Con l’autonomia scolastica inoltre sono stati scaricati sulle segreterie della scuole i complessi controlli relativi alle domande di inserimento nelle GPS (le graduatorie per le supplenze dei possessori dei titoli previsti dalla norma), cosa che un tempo era fatta da uffici specializzati a livello territoriale (ex Provveditorati agli Studi).
Le situazioni di implosione del sistema sono frequenti perché è irrazionale l’organizzazione di funzionamento del sistema stesso. La digitalizzazione è stata scambiata come la soluzione finale dimenticando che qualsiasi software per la formazione degli organici e per l’organizzazione delle supplenze è posto in essere la tecnici informatici che tentano di applicare procedure bizantine sempre in via di evoluzione. Gli algoritmi non hanno mai funzionato bene perché manca alla loro base una visione chiara delle procedure e della loro necessaria semplificazione.
Un fatto deve essere chiaro: la responsabilità non sta tanto nei sindacati che cercano da anni di convincere l’amministrazione a modificare con il buon senso procedure che di senso ne hanno poco, ma nell’amministrazione ministeriale che sembra arroccarsi nel complicare le cose semplici per poi affidarsi ad astruse tecniche di digitalizzazione e di piattaforme che hanno dimostrato da sempre di non essere in grado di seguire le contorsioni burocratiche dei decisori.
Preoccupa che tali notizie possano essere facilmente strumentalizzate da chi, soprattutto nell’ambito di alcune associazione di dirigenti scolastici, propongono la cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti, cioè la possibilità da parte delle singole scuole (leggi dei singoli dirigenti) di assumere, e licenziare, i docenti sulla base di colloqui, test, casting, ecc. In concreto sulla base delle conoscenze personali o delle convinzioni soggettive. Il tutto senza graduatorie e senza la possibilità di effettuare i necessari controlli sull’opportunità delle scelte fatte.
Senza il riconoscimento formale e sostanziale dei titoli per l’accesso alla professione di docente, senza graduatorie pubbliche la scuola della Repubblica scadrebbe a scuola privata pagata con i soldi dei contribuenti accentuando le disparità di trattamento e legittimando la presenza di scuole di serie A e di serie Z. Questo non deve mai accadere.
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Il “casting” dei docenti per un posto di supplente: un’altra storia di follia burocratica ultima modifica: 2023-03-21T04:03:04+01:00 da