di Claudia Voltattorni, Il Corriere della Sera 11.9.2015.
Flc Cgil, Cisl, Ui, Gilda, Snals Confsal: legge scritta male e troppo in fretta,
resta il nostro no a valutazione e chiamata diretta. Manifestazione nazionale ad ottobre
ROMA «Da oggi facciamo ripartire la nuova fase di mobilitazione della scuola». Non usa mezze parole Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil che venerdì mattina ha guidato la riunione delle Rsu del mondo della scuola arrivate da tutta Italia al Teatro Quirino di Roma. Schierati sul palco tutti i sindacati della scuola: Flc Cgil, Cisl, Uil, Gilda insegnanti, Snals Confsal. Tutti insieme per fare il punto sulla 107, la legge della Buona scuola, e per preparare le nuove mosse per contrastarla. Ma non solo. Il prossimo 23 settembre il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha convocato tutti al Miur. «Siate parte del cambiamento con noi», aveva detto la ministra qualche giorno fa invitando i sindacati a «sedersi insieme intorno al tavolo». Ma l’altra questione che torna preponderante è il contratto, scaduto da 7 anni. «Non è possibile – dice Rino Di Meglio della Gilda – che ogni governo che arriva smonti un pezzo del contratto: sia chiaro, nessuno pensi di toglierci gli scatti di anzianità». E fioccano gli applausi di una platea fatta di insegnanti, maestri, precari decennali e non.
Autunno caldo
La Gilda promette una «grande manifestazione nazionale ad ottobre a Roma». Ma ci saranno assemblee in tutte le scuole. Da quelle a Firenze per bloccare il primo giorno di scuola, a quelle nei giorni successivi «per far capire ai colleghi cosa bisogna fare». E stavolta, ne è sicuro francesco Scrima della Cisl, «ci saranno anche i dirigenti che ora si pongono il problema del loro potere: l’autonomia finora non ha mai funzionato – sottolinea – non per mancanza di potere ai presidi, ma per mancanza di soldi». E allora, «non vogliamo la guerra ai presidi ma ad un modello di uomo solo al comando che con la scuola della collegialità e comunità non ha nulla a che fare». Rino Di Meglio sottolinea però che «dobbiamo fare anche lotte che non danneggino i colleghi» e invoca una «grande battaglia culturale in cui coinvolgere il mondo della cultura perché la lotta sia di tutti non solo dei professori».
«No alla valutazione»
Marco Paolo Nigi dello Snals Confsal boccia senza appello la valutazione «tutta legata solo alla monetizzazione, e solo per tre anni: mi premi perché sono bravo e poi dopo 3 anni mi togli il premio: e allora non so più insegnare?». Ora, dice, «io che ho insegnato per anni, ho avuto più abilitazioni, viene un ragazzino che mi dice se so insegnare? Con questa legge noi tutti veniamo colpiti nella nostra dignità professionale». Anche Pino Turi, neo segretario Uil scuola, chiede di «rivedere la valutazione», come anche la «chiamata diretta», «il piano assunzionale che in realtà di posti ne ha assegnati la metà perché gli altri erano sul turn over e quindi sarebbero stati comunque assegnati». Insomma, continua Turi, «questa legge è stata scritta male, in fretta e da chi di scuola non capisce nulle, perciò va aggiustata».
«Legge da aggiustare»
E l’incontro del 23 settembre con la ministra Giannini servirà per «dirle cosa c’è che non va nella 107» e che «se ci avessero coinvolti sul serio e ci avessero ascoltati, tanti pasticci non ci sarebbero stati». Come le assunzioni ad esempio: «I supplenti continueranno ad esserci – tuona Scrima, Cisl -, e mai come in questi giorni abbiamo ascoltato veri e propri drammi personali e famigliari di chi per essere assunto dovrà andare molto lontano da casa: se avessero ascoltato la nostro proposta del piano triennale di assunzioni con immissioni aperte anche ai precari di seconda fascia, tutti questi non ci sarebbero stati». E alla Giannini dice: «Si faccia qualche ora di sostegno in matematica: su 9mila assunti si sposteranno tutti, altro che uno su 10!».
La mobilitazione è partita.