di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 19.3.2020
– L’anno scolastico rischia ormai di finire senza il ritorno delle allieve e degli allievi nelle classi. Nella scuola si rischia di legittimare, in nome della cosiddetta “autonomia scolastica”, procedure e comportamenti in contrasto con la necessaria partecipazione democratica dei docenti nelle scelte inerenti la didattica. Anche nell’ultima nota del MI formata Bruschi si ricorda che sulla valutazione e sulla rimodulazione del piano delle attività restano centrali gli organi collegiali della scuola. In primis il Collegio dei Docenti e i Consigli di Classe.
La rimodulazione del piano delle attività, rimodulazione necessaria per la ridefinizione degli obiettivi didattici dopo l’introduzione della Didattica a Distanza (DAD), non può essere affidata al singolo docente senza il confronto con i colleghi del consiglio di classe. Tantomeno può essere affidata al Dirigente Scolastico che tende a interpretarla spesso in modo solo burocratico e lesivo della libertà di insegnamento costituzionalmente garantita (circolari, ordini di servizio, consegna coattiva di programmi e progetti, monitoraggi quantitativi sulle ore di DAD effettuate e sui suoi contenuti, ecc.). In molti casi i docenti si sono autorganizzati per evitare la sovrapposizione di interventi alla classe e per la programmazione delle verifiche.
Il CCNL e la Ministra Azzolina fanno riferimento alla scuola come “comunità educante”. Per essere tale deve prevedere il coinvolgimento attivo dei soggetti che ne fanno parte nel rispetto delle specifiche competenze.
E’ quindi necessario interrompere la catena di comando gerarchica di tipo militare che alcuni vorrebbero imporre nella scuola e che vede il sindacato tradizionale, ancora troppo invischiato in una microconflittualità inutile e controproducente, in difficoltà. L’attivazione delle forme di democrazia partecipata negli organi collegiali diventa essenziale per sviluppare forme di condivisione e corresponsabilità proprie della funzione docente.
Ogni decisione inerente la didattica dovrebbe passare sempre per il collegio dei docenti e per i consigli di classe. Se è difficile organizzare ora un collegio on line (100 partecipanti e più) almeno le decisioni sulle scansioni e le modalità della DAD, compreso il problema della valutazione, possono e devono essere discusse e deliberate in consiglio di classe. Così deve essere lo stesso consiglio a stabilire le modalità della restituzione e dare indicazioni sulle verifiche sull’attività svolta.
I docenti stanno lavorando tutto il giorno per organizzare video chat con i loro allievi. Dopo i primi giorni di difficoltà tutti stanno imparando ad usare (con i propri mezzi ) le potenzialità (e le carenze) delle piattaforme dedicate alle videoconferenze interattive. Nel sito del MIUR e nel web si trovano decine di applicazioni utilizzabili anche gratuitamente. Anche i dirigenti scolastici imparino ad usarle.
Se i docenti riescono a comunicare in maniera interattiva con 20-25 allievi dovrebbe essere facile programmare consigli di classe on line da parte dei dirigente e dei loro “team digitali” ricordando che un consiglio di classe è un organo collegiale e non una modalità di trasmissione delle tipiche “comunicazioni del dirigente scolastico”. Non serve programmare tante tornate di consigli di classe quante previste inizialmente nel piano delle attività, ma bisogna prepararsi a scrutini on line e alla definizione dei documenti del 15 maggio per la maturità. La situazione che stiamo vivendo è eccezionale e serve attivare una nuova DAD: Democrazia A Distanza.
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In questa difficile situazione si convochino almeno i consigli di classe con modalità a distanza ultima modifica: 2020-03-19T13:57:56+01:00 da