di Eu. B. e Cl. T. Il Sole 24 Ore 27.4.2015
Uno strano “scherzo” del calendario: le giornate di sciopero contro il Ddl «Buona Scuola», ufficialmente proclamate dai sindacati per il 5, 6 e 12 maggio, coincidono esattamente con le date scelte dall’Invalsi a ottobre scorso per svolgere le consuete rilevazioni nazionali in italiano e matematica nelle scuole primarie e secondarie.
Lo slittamento al 6 maggio
Una scelta, non casuale, che probabilmente avrà l’effetto di far slittare i test (un paradosso proprio l’anno che sta per decollare il sistema nazionale di valutazione). Nel mirino c’è essenzialmente la data del 5 maggio, dove sono in programma le prove di lettura e di italiano in seconda e quinta primaria. Qui l’astensione, per la prima volta dai tempi del Governo Berlusconi, è stata annunciata congiuntamente dai principali sindacati confederali (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals- Confsal, Gilda). Una decisione definitiva è attesa per oggi. In queste ore ministero dell’Istruzione e Invalsi stanno valutando pro e contro della scelta da prendere. Che alla fine potrebbe consistere nello spostamento di un solo giorno dei test, dal 5 al 6 maggio (il 6 maggio sono in calendario le prove di matematica sempre in seconda e quinta primaria – che quindi a loro volta potrebbero subire un rinvio di 24 ore, dal 6 a 7 maggio per evitare di sovraccaricare di impegni alunni così piccoli di età). La scelta di procedere prima con le prove di italiano, e il giorno successivo, con quelle di matematica in seconda e quinta primaria è stata presa nel 2009-2010 dall’ex presidente dell’Invalsi, Piero Cipollone. Ed è sempre stata confermata negli anni successivi.
Critiche ai sindacati
Il Governo è intenzionato a non subire dicktat: «La scuola è fatta per i ragazzi e non si possono cambiare le esigenze e gli obiettivi didattici e anche, nel loro piccolo, le prove Invalsi per le esigenze sindacali», ha sottolineato il sottosegretario, Gabriele Toccafondi. Il calendario delle prove Invalsi non subirà altre modifiche: il 12 maggio svolgeranno i test di italiano e matematica gli studenti della seconda superiore (il 19 giugno le prove Invalsi fanno parte dell’esame di Stato di terza media). E che l’obiettivo dell’ala più oltransista dei sindacati di puntare a boicottare tutte le date delle prove Invalsi lo dimostra anche lo sciopero indetto per il giorno 12 maggio da sigle minori e, per “coincidenza”, limitato alla scuola secondaria (proprio dove sono in programma i test Invalsi).
Da quanto si apprende, prima di ufficializzare lo slittamento del 5 e 6 maggio, la numero uno dell’Invalsi, Anna Maria Ajello, informerà il ministro, Stefania Giannini.
L’affondo del premier, Renzi
Del resto, i rapporti tra Esecutivo e sindacati non sono idilliaci (da mesi). Lo sciopero del 5 maggio è stato accolto con freddezza dal premier, Matteo Renzi, che venerdì notte, in diversi tweet, ha anche difeso il ministro, Stefania Giannini, dalle dure contestazioni subite alla festa dell’unità di Bologna: «Un insegnante ascolta e rispetta le idee di tutti. Impedire ad altri di parlare è l’opposto di ciò che deve fare un educatore». Il capo del Governo ha invitato i contestatori della riforma a proporre «critiche di merito». E ha poi ribadito i capisaldi del provvedimento che prevede l’assunzione di 100mila insegnanti precari. Amplia le responsabilità del preside, «ma non sarà un padrone». E investe risorse nell’edilizia scolastica («cosa mai fatta negli ultimi 20 anni»).