di Luisiana Gaita, Il Fatto Quotidiano, 13.8.2021.
Corte dei Conti segnala conflitto d’interessi per il ruolo di Ricci, ora nominato presidente.
La Relazione sulla gestione finanziaria dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione: sono 122 gli incarichi solo nel 2019 per la costruzione delle prove di apprendimento di italiano, matematica ed inglese, mentre nel giro di tre anni è stato pagato più di un milione di euro a 91 esperti risultati in quiescenza. Alla guida dell’ente nominato Roberto Ricci, oggetto di valutazione da parte dei magistrati contabili per la precedente posizione ricoperto: una situazione di “conflitto di interessi strutturale”.
Per il mancato svolgimento delle prove Invalsi 2020 a causa dell’emergenza Covid-19, l’Istituto ha comunque dovuto sostenere un onere finanziario di oltre 5 milionidi euro, a fronte della spesa di 7,6 miliardi, che si sarebbe sostenuta per il loro regolare svolgimento. E, nonostante l’equilibrio di bilancio, il rendiconto 2019 registra un disavanzo finanziario di competenza per 8 milioni, peggiore rispetto al dato già negativo riscontrato nell’esercizio precedente (5,5 milioni). Inoltre, all’aumento del 41% della spesa di personale nel triennio 2017-2019 non ha fatto seguito, come ci si sarebbe aspettato, una contrazione della spesa per gli “Incarichi libero professionali di studi, ricerca e consulenza” che, invece, registra una riduzione di appena il 5% rispetto al 2017. Sono 122 gli incarichi solo nel 2019 per la costruzione delle prove di apprendimento di italiano, matematica ed inglese, mentre nel giro di tre anni è stato pagato più di un milione di euro a 91 esperti risultati in quiescenza. A queste criticità si aggiungono anche situazioni di ‘conflitto di interessi‘. Tutto segnalato dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti che, con la delibera 59/2021, ha approvato la Relazione sulla gestione finanziaria per l’esercizio 2019 dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, sottoposto al potere di indirizzo e vigilanza del ministero dell’Istruzione. Recente la nomina a nuovo presidente di Roberto Ricci, già dirigente di ricerca e responsabile dell’area prove dell’Istituto, al posto di Renata Maria Viganò, nominata componente del consiglio d’amministrazione dell’Istituto.
QUEL ‘CONFLITTO DI INTERESSI STRUTTURALE’ – E anche il funzionamento del cda, nonché il ruolo finora ricoperto da Ricci, è stato oggetto di valutazione della Corte dei Conti. È emersa una criticità rispetto al contemporaneo svolgimento “da parte del componente interno eletto dal personale dell’Istituto, rivestente la qualifica di dirigente di ricerca – scrivono i giudici – anche del ruolo di responsabile di uno dei due settori, in cui si articola l’Istituto e da cui dipendono le relative aree di ricerca, ‘Settore della ricerca valutativa’, nonché di responsabile dell’Area 1 ‘Rilevazioni nazionali’”. La Corte dei Conti, dunque, evidenzia una situazione di ‘conflitto di interessi strutturale’, legata alla posizione ricoperta, alle funzioni attribuite e agli interessi professionali coinvolti. Il contestuale svolgimento di questi incarichi, insieme alla partecipazione alla discussione e alla votazionedelle deliberazioni adottate dal cda su materie proprie del settore e dell’area di cui si ha anche la responsabilità e il coordinamento, appaiono “mettere a rischio la separazione tra funzioni di indirizzo politico–amministrativo e funzioni di gestione amministrativa, che trova il suo fondamento nell’articolo 97 della Costituzione”. Ma non è l’unica criticità evidenziata dalla Corte dei Conti.
I COSTI DELLE PROVE NELL’EMERGENZA – A causa dell’emergenza Covid, le prove Invalsi 2020 non si sono svolte e l’istituto ha avviato (dalla fine di ottobre 2020 alla fine di marzo 2021) il progetto ‘Percorsi e strumenti Invalsi’ (Formative testing), per verificare se alcuni traguardi delle Indicazioni nazionali del grado scolastico precedente (2019-2020) sono stati raggiunti, sia in termini di competenze sia, dove possibile, di contenuti attesi. In una nota del 28 aprile 2020, il Ministero dell’Istruzione ha comunicato la sospensione dello svolgimento delle prove “lungi dal voler pregiudicare in alcun modo l’attività e la corretta gestione economico finanziaria dell’Invalsi”. I giudici contabili, però, scrivono che “stante la tempistica con la quale il Ministero dell’istruzione ha comunicato in via definitiva l’impossibilità di procedere al loro svolgimento e le previsioni contrattuali relative alla fornitura dei servizi a ciò strumentali (ad esempio la messa a disposizione della piattaforma telematica)”, questo mancato svolgimento ha comunque determinato per l’Istituto un onere finanziario di oltre 5 milioni. A questi vanno aggiunti gli oneri (1,8 milioni di euro più Iva) per l’esecuzione delle prove suppletive relative al progetto Formative testing.