di Caterina Belloni, Il Corriere della Sera 25.4.2016
– Molto diffusa nei Paesi anglosassoni, ClassDojo è arrivata anche in Italia. Ma c’è chi si preoccupa che uno strumento pensato per migliorare la relazione scuola-famiglia possa trasformarsi in pubblica gogna e peggiorare l’autostima dei ragazzi
Rapporto scuola-famiglia
Grazie alla app, invece, il contatto tra professori e famiglie è continuo. In questo modo sul telefonino di mamma e papà arrivano le segnalazioni dei comportamenti dei figli. Buoni e cattivi, nel senso che l’insegnante assegna punteggi per ogni attività e alla fine della giornata si fa il bilancio. In questo modo per i professori i messaggi sulle cose importanti arrivano senza grosse difficoltà e per i genitori c’è un controllo sulla situazione. La app, peraltro, permette anche di condividere delle foto delle attività in classe, che spesso rappresentano un ricordo interessante. Alla app, infine, possono essere collegati anche gli studenti, che monitorano costantemente le reazioni dei docenti alle loro attività in aula.
Rischio gogna
Le app per il controllo dei comportamenti degli allievi offrono un valore aggiunto notevole all’interconnessione tra scuole e famiglie. Anche se presentano qualche piccolo problema. Intanto, a livello di privacy, servono cautele per evitare che i voti e le critiche rivolte a un quattordicenne diventino di pubblico dominio causando canzonature o persino episodi di bullismo. E, secondariamente, sarebbe meglio evitare di proiettare sulla lavagna i risultati di tutti durante le lezioni. Perché il meccanismo del confronto e della competizione non serve, soprattutto nel caso di adolescenti che già faticano a trovare un punto di equilibrio dell’autostima. Un’accortezza di cui tenere conto, per evitare che uno strumento potenzialmente vantaggioso, si trasformi in un pericolo per la serenità del singolo ma anche del gruppo classe.