La graduatoria del concorso presidi a rischio, errori e contestazioni

di Corrado Zunino, la Repubblica, 10.8.2024.

Falsi nel 2018, prove realizzate in piedi e copiando lo scorso maggio. Una pletora di ricorsi ai tribunali amministrativi e uno scontro tra comitati di candidati (appoggiati da Fratelli d’Italia o dai sindacati). Così andranno alla guida degli istituti italiani 2.099 dirigenti scolastici

Gilda Venezia

ROMA – C’è la graduatoria definitiva, da ieri sera. Del concorso per dirigenti scolastici, il più contestato della storia della scuola. Dopo sette anni e una promozione con spinta dell’ex ministra Lucia Azzolina nella sua fase ordinaria, la prova non trova pace neppure nella sua forma di corso concorso riservato sotto un centrodestra che invoca nuovi dirigenti scolastici – 587 da immettere subito – per le scuole del Paese. Già, ma quali presidi? Di che livello, dopo un esame che dovunque lo si guardi non sta in piedi?

Dicevamo la graduatoria (a esaurimento) dell’appendice concorsuale, nata proprio per ricondurre a ragione un contenzioso debordante nella sua prima fase. La classifica resa pubblica va da Cinzia Maria Braglia, numero uno con 11,5 punti, a Romana Anita Marsano, ultima al 2099° posto con 6 punti (a pari merito con altri dieci candidati nel giudizio sufficiente). Già, ma perché, allora, questa graduatoria, che corrisponderà a una dirigenza d’istituto assegnata, è così contestata. Perché, spiega Gioconda Marcucci, presidente del comitato Tèp (Trasparenza è partecipazione) che da sempre, appoggiandosi a Fratelli d’Italia, si è battuta per una ricomposizione civile di questo scempio di bando, la lista dei vincitori ora c’è, ma non sono stati allegati i criteri su come siano stati i valutati i titoli. Esiste proprio una questione matematica, alla base. La prova scritta del concorso (cento quiz a risposta chiusa) era stata giudicata in decimi, mentre il punteggio titoli, ovvero i singoli curriculum, è stato definito in trentesimi, e quindi pesava tre volte tanto. Mele e pere insieme.

Dopo interrogazioni parlamentari di Pd e M5s e della Uil scuola di Giuseppe D’Aprile, dopo una presa di posizione dell’Avvocatura dello Stato, il ministro Giuseppe Valditara si è convinto di ridurre tutto ai decimi, in modo omogeneo. Tuttavia, dice Libero Tassella, docente in pensione e animatore di Scuola bene comune: “Non si esclude che questa graduatoria sarà comunque fonte di nuovi ricorsi”.

Un’ala: “Più peso al curriculum”

Andiamo avanti. I cosiddetti “Concorrenti dirigenti scolastici”, ultima frangia dei contestatori, difendono i titoli culturali valutati il triplo: “La conversione dei titoli in decimi sarebbe arbitraria, ridurrebbe drasticamente il peso della formazione professionale e dell’esperienza acquisita in anni e anni di servizio da tanti colleghi”, dicono. Lo hanno scritto anche al ministro, che, evidentemente, non li ha letti, o comunque ascoltati. “Ridurre, solo per fare qualche esempio, un dottorato di ricerca della durata di 3 anni accademici, a 0,3 punti, vuol dire attribuirgli lo stesso peso di 3 risposte corrette del test del 6 maggio 2024”, è la tesi del gruppo, che se la prende con i sindacati e le forze di opposizione, fautrici del giudizio omogeneo sul piano matematico. Questi ultimi dissidenti del concorso presidi spiegano: “Tra i tanti colleghi che rivendicano l’applicazione del giudizio differenziato sono presenti docenti che hanno una doppia o tripla laurea, dottori di ricerca, assegnisti di ricerca, masteristi specializzati nel profilo professionale del dirigente scolastico, docenti di lingue, alcuni di questi hanno assunto per diversi anni incarichi di vicepresidi, collaboratori del dirigente, supervisori di tirocinio, tutor dei tirocinanti e aspettano di avere un giusto riconoscimento per l’impegno speso nella scuola”.

Questa posizione è stata quella della senatrice Carmela Ella Bucalo, Fratelli d’Italia, clamorosamente smentita dalle scelte in zona Cesarini del ministro Valditara.

Gli imbucati della Fiera di Roma

Resta in piedi la questione degli imbucati di quest’ultima fase del concorso, coloro che sono rimasti nella graduatoria da “oltre duemila” senza neppure aver fatto un ricorso. Il ministero assicura, attraverso la dirigente Carmela Palumbo, che i controlli saranno fatti “ex post” dagli uffici scolastici regionali, ma i sindacati hanno la certezza che non c’è personale sufficiente, né sufficientemente preparato, per affidare loro la garanzia di un iperconcorso così disastrato. “La graduatoria, anche sulla base di quanto segnalato da numerosi aspiranti e in relazione alle verifiche effettuate dal nostro ufficio legale”, scrive la Uil scuola Rua, “pare sia caratterizzata dalla presenza di candidati privi dei requisiti di accesso. Il ministero dovrà eseguire le necessarie verifiche prima del conferimento delle nomine”. Già, prima, ma ormai la graduatoria è in Gazzetta ufficiale.

Ecco, come già raccontato da Repubblica, alcune centinaia di concorrenti vincitori non hanno passato la prova preselettiva, e questo lo sostengono sia la Uil che membri dell’ala storica dell’Associazione Tèp, oppure hanno abbandonato qualsiasi tipo di ricorso e, nonostante questo, si ritrovano miracolosamente a un passo dall’assegnazione di un posto da dirigente scolastico. Sono 2.321 i partecipanti iniziali alla prova scritta, le persone oggi in graduatoria sono ben 2.099, quasi tutti i candidati: i vincitori, sì, rischiano di essere centinaia in più di quelli naturali.

Un breve riassunto delle puntate precedenti, tralasciando la prova in separata sede per Lucia Azzolina nella prima fase del concorso e i falsi finiti in procura del 2018, rileva come lo scorso 6 maggio la prova scritta si sia svolta alla Fiera di Roma in una maxi-aula invasa da un tanfo di fogna, con un numero insufficiente di tablet e seggiole per i partecipanti. Già sulla stesura delle domande c’era stato un intervento correttivo del ministero, in autotutela. I candidati più organizzati avevano occupato l’area centrale e si erano predisposti a un copia e incolla delle risposte diffuso e senza vergogna. Quindi, secondo alcuni membri della principale associazione ricorrente, “oggi abbiamo vincitori del concorso riservato che non hanno superato né la prova preselettiva né lo scritto del 2018″. Un buon curriculum per il futuro lavoro, ecco.

Ancora Gioconda Martucci: “Le quattrocento persone rimaste in piedi agli scritti erano candidati imbucati dell’ultimo minuto. Ora chi si vedrà scavalcato in graduatoria, farà ripartire i ricorsi individuali e potrà bloccare nuovamente tutto il procedimento di selezione”.

I fuori regione: “Beffati due volte”

C’è chi, infine, guarda dall’esterno l’evolversi della professione – sono i dirigenti scolastici costretti lontani dalla sede, radunatisi nel Comitato ds fuori regione – e dice: “I dirigenti scolastici legittimi vincitori del concorso nazionale 2017 sono stati scavalcati due volte in sede di prima attribuzione della regione e ora, perché i sanati hanno potuto scegliere regione e scuola prima degli altri. Il dirigente legittimo vincitore rimane fuori regione mentre i sanati rientrano a casa scavalcando tutti. Al concorso nazionale 2017, degli oltre 32.000 iscritti solo poco più di 3.000 superarono la procedura, ma all’indomani di ognuna delle fasi concorsuali partirono le campagne dei più famosi studi di avvocati per fare i ricorsi. Alla fine delle tre prove si era formata una pletora di bocciati ricorrenti uniti dall’occasione del ricorso collettivo e dalla considerazione, purtroppo assolutamente fondata, che fare opposizione legale paga a prescindere. Il concorso dirigenti 2017 è stato quindi attaccato in tutti i modi, ricorsi su ricorsi che hanno portato a un nulla di fatto nelle aule dei tribunali, ma che, negli anni successivi, sono stati tenuti vivi dall’associazione TèP, Trasparenza è Partecipazione, guidata da Gioconda Martucci. Questa associazione è emersa da subito come una forza politica, mediatica, di rappresentanza e di mezzi difficilmente concepibile per un gruppo costituito dal basso e sulla forza del volontariato quali raccontano di essere. L’associazione TéP ha referenti politici all’interno ed è legata sia a Fratelli d’Italia che alla Lega”.

Tutti contro tutti, per un concorso giunto alla sua fase conclusiva ma tutt’altro che sicuro.

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La graduatoria del concorso presidi a rischio, errori e contestazioni ultima modifica: 2024-08-11T04:43:52+02:00 da
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