di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 23.10.2018
– Dopo anni di mancato turn over e di razionalizzazione della spesa, il comparto pubblico torna ad assumere dipendenti in modo cospicuo: secondo la bozza del disegno di legge per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo, che sarà esaminato giovedì dal Consiglio dei ministri, nel 2019 si potrà procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100% della spesa relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente.
Grazie al governo M5S-Lega, quindi i nuovi lavoratori potranno essere di più dei pensionati, poiché i loro stipendi saranno inferiori a quelli di chi era a fine carriera.
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Scorrimento delle graduatorie
In pratica, ci potranno essere più assunzioni che pensionamenti. L’agenzia Ansa, che ha visionato la bozza del ddl, spiega che “non ci sarà un limite in termini di “teste” (un assunto per ogni pensionato) ma solo di spesa e questo dovrebbe consentire a fronte di uscite di personale anziano e più costoso di assumere un numero più alto di giovani con stipendi più bassi”.
Per ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego per il triennio 2019-21, le amministrazioni potranno procedere all’assunzione a tempo indeterminato di vincitori o allo scorrimento delle graduatorie nel limite dell’80% delle assunzioni previste per ciascun anno”.
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Per scuola e università vale la normativa di settore
Le assunzioni nel limite del 100% della spesa per il personale cessato riguardano le amministrazioni dello Stato, anche a ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici.
Invece, ai Corpi di polizia, ai vigili del fuoco, al comparto della scuola e dell’università, si legge nel ddl, “si applica la normativa del settore”: continuerà a valere, quindi, la regola delle immissioni in ruolo legata, in modo proporzionale, al numero di posti vacanti e disponibili.
Il testo comunque sottolinea che per accrescere l’efficienza dell’organizzazione e dell’azione amministrativa si dovranno reclutare “in via prioritaria” figure professionali, con “elevate competenze” in materia di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi e procedimenti amministrativi, qualità dei servizi pubblici, gestione dei fondi strutturali, contrattualistica pubblica, controllo di gestione e attività ispettiva”.
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Anche impronte digitali per le presenze e “Nucleo della concretezza”
Nel disegno di legge, si introducono anche nuovi strumenti contro l’assenteismo a partire dalle rilevazioni delle presenze con le impronte digitali, annunciate da alcuni mesi dal ministro della PA Giulia Bongiorno.
I badge e i fogli presenze – sottolinea la Relazione al provvedimento – non sono più “adeguati” a fronteggiare gli eventuali furbetti del cartellino e quindi viene prevista “l’applicazione generalizzata delle presenze in servizio basati sulla registrazione dei dati biometrici e sull’installazione di apparati di sorveglianza”.
Infine, arriva il “Nucleo della concretezza” (con 53 unità di personale) presso il Dipartimento della Funzione pubblica per rilevare l’attuazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni “nonché all’individuazione delle eventuali sanzioni correttive”.
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