TuttoscuolaNews, n. 767 del 6.6.2016
– E’ nota la carenza di docenti in matematica. “I posti sono tanti e gli insegnanti pochi… chi è in attesa di insegnare matematica avrà un’opportunità straordinaria”. Questa dichiarazione del ministro dell’istruzione Stefania Giannini per l’annuncio del concorso a cattedre nel settembre 2015 è stata confermata dal numero di candidati: ci sono classi di concorso, tra le quali la “A028 matematica e scienze”, che presentano più posti liberi che candidati. Dunque il concorso potrebbe vedere assegnato un posto a tutti i docenti che superano le prove.
Quale giudizio dare riguardo a questa situazione? E’ meglio così, pochi candidati, ma (si spera) buoni? O sarebbe meglio avere a disposizione molti aspiranti insegnanti e poter effettivamente esercitare una selezione scegliendo i migliori?
Per chiarire le idee può essere utile approfondire, con le colorite parole di una docente precaria, “la realtà di chi sceglie di studiare questa materia tanto detestata”. E’ un dato di fatto che siano poche le persone che scelgono di studiare matematica: il percorso di studi è fortemente selettivo e percepito come elitario, ritenuto da molti riservato a soggetti “predisposti naturalmente” per la matematica. Molti studenti, troppi, sono invece rassegnati all’insuccesso in questa disciplina, che non di rado contribuisce in modo sostanziale all’abbandono scolastico.
Si ha oggi un’idea abbastanza chiara del modo in cui i bambini apprendono la matematica, del loro percorso, delle loro difficoltà: è generalmente riconosciuto che un concetto matematico si forma nel lungo periodo e che, senza situazioni che gli diano senso, un concetto è senza fondamento.
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La sconfitta della matematica/1. E’ una fatalità? ultima modifica: 2016-06-06T05:01:56+02:00 da