di Antonella De Gregorio, Il Corriere della Sera 9.6.2016
– Sport, musica e teatro per i ragazzi delle città a più alto rischio dispersione. In qualche scuola, da Milano a Scampia, si fa già. Ma da luglio le proposte aumenteranno: in arrivo fondi per 10 milioni di euro
– «Ultimogiornodiscuola» è l’hashtag rimasto per ore, mercoledì, trend topic: l’argomento più dibattuto su Twitter. Tra racconti di battaglie con gavettoni e schiuma da barba, e di genitori assiepati fuori ai portoni, per fotografare gli scolari più piccoli; tra chi «ha pianto tutto il Pacifico» e chi (a Treviso, in piazza San Leonardo) è stato fermato dalla polizia municipale mentre azzardava un tuffo nella fontana, collaudato rito liberatorio. Niente, nemmeno la decisione di alcuni presidi di vietare qualsiasi forma di divertimento a scuola, ha frenato il senso di libertà provato dagli studenti per le lezioni arrivate al traguardo in tutta Italia, tra martedì e oggi. Restano in pista le materne, fino al 30 giugno. E gli studenti di terza media e di quinta superiore, con i «supplementari» degli esami. Per tutti gli altri, è vacanza.
Scuole aperte: si parte dalle periferie
Non per i genitori, però, impegnati a pianificare le attività per riempire il tempo libero dei figli. Mentre si riaccende un dibattito, che ricorre ogni estate, che vorrebbe scuole aperte almeno fino alla fine di giugno. «Ultimo giorno di scuola? Non più», ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, parlando del progetto «Scuola al centro», pensato per risollevare le aree degradate del Paese. Prevede l’apertura di molte scuole d’estate a Roma, Napoli, Milano e Palermo per ridurre la dispersione scolastica, coinvolgere i ragazzi, dare loro un pasto quotidiano di impegno e intrattenimento nelle aree più a rischio. «Tenerle aperta significa dare un’alternativa alla strada», ha poi precisato. C’è un bando che chiuderà il 20 giugno: tempo di selezionare i progetti e dall’1 luglio riapriranno 275 istituti di Napoli e provincia, 172 del capoluogo lombardo, 82 a Palermo, 136 a Roma: quasi 700 scuole, ciascuna con un budget in dote, fino a 15mila euro. Finanziamento complessivo, 10 milioni di euro. Nelle aule i ragazzi non torneranno per studiare, ma per fare sport, musica, teatro, laboratori artistici, progetti legati all’autoimprenditorialità. «Non ci saranno i loro professori ma degli educatori e preparatori sportivi, selezionati con uno strumento che è quello delle associazioni e dei movimenti che già sono presenti nel territorio e ci chiedono di aprire le scuole», ha spiegato Giannini.
Il modello dell’Istituto Ilaria Alpi di Scampia
È quanto si fa già a Napoli, all’Istituto Comprensivo Ilaria Alpi di Scampia (1.300 alunni), dove la dirigente Rosalba Rotondo – che ha portato a Sanremo l’orchestra della scuola – terrà aperte le aule in luglio e agosto per consentire agli studenti di quinta elementare e terza media di partecipare a «percorsi artistici, musicali, laboratori per realizzare abiti da sposa e simulare punti vendita, in convenzione con aziende di Capri», spiega. Potranno partecipare anche agli abitanti del contiguo campo rom.
Le avanguardie milanesi
A fare da apripista, il Comune di Milano, che già nel 2014 ha tenuto a battesimo il primo Ufficio «Scuole Aperte» d’Italia, scritto il primo bando per finanziare progetti, il primo vademecum. Ieri il sottosegretario Davide Faraone ha incontrato il responsabile dell’ufficio, Giovanni Del Bene e ha elogiato un modello che «deve essere esportato in tutta Italia». Una decina, nella metropoli, le scuole che non chiudono quando la campanella suona la fine delle lezioni, con decine di associazioni coinvolte, e più di mille alunni. Grazie a un fondo di 700mila euro stanziato dall’assessorato al welfare, hanno avviato campus di inglese, di sport, attività di gioco, tra le altre, l’elementare Cadorna, la Dolci, la Pareto, la Città del Sole. «Proposte rivolte per il momento all’utenza delle singole scuole, ma alcune hanno in programma di allargare a tutti i bambini del territorio», spiega Del Bene. E al nuovo bando aperto dal Miur risponderanno – prevede l’ex dirigente – una trentina di scuole. I soldi ci sono: un milione di euro, per la sola Milano.
Il contagio positivo
Intanto, l’iniziativa meneghina ha contagiato undici città, da Catania a Mantova, a Trento, a Firenze. In tutte, il Comune è presente: quello di Chioggia, dove i cortili delle scuole diventano spazi di gioco, occasioni di attività motoria all’aria aperta, con la collaborazione dei genitori per le attività di gestione e sorveglianza. Quello di Torino, coinvolto nel progetto «Cortili Aperti», dove gli spazi di ricreazione delle scuole di città, dalla De Amicis alla Mazzini, dalla Pestalozzi alla Battisti, si trasformano in spazi di ricreazione a disposizione del quartiere, tutti i pomeriggi, da marzo a ottobre.