– Da una rapida lettura del testo ‘bollinato’ della proposta di legge di bilancio 2019, trasmesso alla Camera dei Deputati dopo l’invio prioritario al Quirinale, emergono novità, conferme e assenze per quanto riguarda il sistema d’istruzione.

Le prime conferme delle voci che si rincorrevano da giorni riguardano la modifica dell’alternanza scuola lavoro (art. 57, comma 18) e il reclutamento dei docenti della secondaria (art. 58).

Le novità sono relative all’impiego di docenti per l’attivazione del piano digitale nelle scuole (art. 52), all’incremento dell’organico dei licei musicali (art. 53) e alla trasformazione del tempo parziale per i co.co.co. assistenti amministrativi e tecnici (art. 54).

Le assenze o il silenzio normativo riguardano la modifica del bando del corso-concorso per dirigenti scolastici e l’incremento di posti di docenti.

Per l’alternanza scuola-lavoro cambia già da quest’anno la denominazione in “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” e, sempre da quest’anno, le ore previste nell’ultimo triennio si riducono da 400 per tecnici e professionali rispettivamente in 180 e 150; per i licei le ore del triennio si riducono da 200 a 90. Drastica riduzione anche delle risorse finanziarie previste.

Per il reclutamento dei docenti della secondaria (FIT) cambia la denominazione in ‘percorso annuale di formazione iniziale e prova’. Il decreto legislativo 59/2017 che dall’anno scorso aveva ridefinito le modalità di reclutamento degli insegnanti della secondaria viene ampiamente riformato nei tempi, nei contenuti e nelle procedure di svolgimento.

Per l’attuazione del piano digitale nelle scuole è previsto l’esonero di 120 docenti specialisti.

L’organico dei licei musicali viene incrementato di 400 unità.

Il tempo parziale degli assistenti amministrativi e tecnici in co.co.co viene trasformato in tempo pieno.

Il silenzio sulla riforma del bando di concorso non trova spiegazione, a meno che l’affrettata lettura del testo non abbia consentito di trovare da qualche parte un dispositivo in merito.

L’assenza di un intervento ad hoc (a meno che non venga recuperato in sede di approvazione della legge da parte delle Camere) sembra contraddire quanto più volte annunciato dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, secondo il quale il concorso si sarebbe concluso con la prova orale, rinviando la formazione dei nuovi dirigenti scolastici al primo anno di servizio di ruolo e provvedendo alla nomina dei vincitori già a maggio 2019.

Se la modifica annunciata non ci sarà e il concorso si svolgerà secondo tutte le procedure previste dal bando, le nomine dei vincitori non potranno esserci a settembre 2019 e si prospetta un altro anno (ancora più problematico) di reggenze.

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