L’ipocrisia dei cellulari a scuola

di Ruben Razzante, dal blog dell’Huffington Post, 25.1.2018

– Per stare al passo con i tempi la scuola si converte all’innovazione tecnologica e al dominio del virtuale. Il Ministero dell’Istruzione ha dato il via libera all’uso dei cellulari e dei tablet da parte degli studenti nelle aule scolastiche, a patto che essi seguano alcune avvertenze e che li utilizzino esclusivamente per finalità didattiche e non per divagazioni o conversazioni personali.

Nel 2007 l’allora ministro Beppe Fioroni, a seguito di alcuni tragici casi di cyberbulllismo, bandì l’utilizzo dei telefonini in classe. Si trattava dell’inizio di una fase emergenziale, che è proseguita con alcuni dolorosi episodi di suicidio di minori bullizzati.

Nel frattempo, però, si è abbassata l’età media dei possessori di apparecchi telefonici portatili e già alle scuole elementari e medie molti studenti ne hanno uno. C’è chi sostiene che varrebbe la pena di prenderne atto e di autorizzarne l’uso anche a lezione, pur mettendo delle regole. Altri, invece, temono che questo possa portare all’anarchia e a legittimare ogni abuso, tenuto conto del fatto che le nuove generazioni sono molto più abili e scaltre nel padroneggiare quegli strumenti e che, dunque, i docenti possono essere facilmente raggirati.

Proprio di recente, in Francia, è prevalsa questa seconda preoccupazione, al punto che le autorità preposte hanno usato il pugno di ferro, vietando i telefonini nelle scuole anche durante le pause.

D’altra parte, legittimandone l’uso, chi potrebbe mai controllare che esso avvenga esclusivamente per motivi scolastici? E poi, last but not least, una diffusione massiccia e indiscriminata degli apparecchi telefonici nelle scuole finirebbe per aprire una serie di questioni: come si farebbe a non discriminare chi invece, anche per volontà della famiglia, ne fosse sprovvisto? In secondo luogo, in piccoli centri nei quali la velocità di connessione è bassa e la ricezione del segnale difettosa, come si garantirebbe una fruizione online sufficiente a realizzare percorsi didattici pensati solo per la dimensione virtuale?

Da ultimo i rischi per la salute. Le onde elettromagnetiche sprigionate dai telefonini non sono quantificabili, ma sono certamente rilevanti. Contro l’inquinamento elettromagnetico bisognerebbe imporre l’uso di sacche schermanti fatte con tessuti speciali e in grado di imprigionare quelle onde, affinché non si propaghino nelle aule, danneggiando la salute di docenti e studenti. A tutte queste cose il Ministero ha seriamente pensato?

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L’ipocrisia dei cellulari a scuola ultima modifica: 2018-01-25T16:22:33+01:00 da
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