Maturità, l’esame che è come Mystica, muta a ogni governo

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– Poche le legislature che hanno accettato l’esame così com’era stato pensato dalla precedente. Per il giugno 2019 prevista una seconda prova scritta su una o due discipline caratterizzanti il percorso di studi.

Dicono che uno dei sogni più ricorrenti sia quello di dover rifare l’esame di maturità. Questo incubo ha certamente tormentato anche i ministri dell’Istruzione che si sono succeduti. Tutti hanno “rifatto” l’esame. Viene vissuto come una sorta di passaggio obbligato nella vita politica di un Ministro. Non importa se si tratti di un governo del cambiamento o meno: ognuno vuole lasciare la sua impronta. Anche solo variandone il nome: da “esame di maturità” a “esame di Stato”. O giocando sulle materie da affrontare: qualche anno fa, in una sorta di ammirazione dantesca, gli alunni dovevano prepararsi su tutte le discipline. Poi solo su due. Dopo, su una singola materia a scelta del fortunato candidato. E infine sei discipline, una via di mezzo.

Anche la commissione è cambiata. Si oscillava da un plotone formato da tutti i commissari esterni fino ad una sorta di amnistia che vedeva un unico docente, il Preside venuto da lontano, aggirarsi tra una classe e l’altra.

Alla fine la via di mezzo: metà commissione esterna. Nella giungla dei cambiamenti però, mai si era arrivato a tanto. Perché quest’anno le regole vengono cambiate in corsa. Come se durante il fine primo tempo di una partita di calcio la Fifa eliminasse il fuorigioco. Pazienza se i giocatori hanno passato mesi a inventare tattiche per fregare gli avversari. Le regole vengono cambiate. È così, in quell’universo parallelo chiamato scuola, adesso vengono modificate le prove scritte.

Dopo aver approfondito per anni l’originale tipologia del saggio breve, la cui applicazione pratica sfugge ai più, e che a sua volta sostituiva il tema, tipologia non esistente in natura, ecco che arriva il testo argomentativo, ovvero sostenere una propria tesi con sensati argomenti e confutare un’ipotetica antitesi.

Esercizio senza alcun dubbio utile, specie in un tempo in cui le proprie tesi si urlano a prescindere da qualunque logica.
Gli studenti appaiono più perplessi che sgomenti, anche perché l’ennesimo lifting dell’esame prevede anche una seconda prova scritta acrobatica: un mix di latino e greco al Classico, di matematica e fisica allo Scientifico e via dicendo.

Vittima innocente del cambiamento il temuto test invalsi, che avrebbe dovuto debuttare quest’anno come prova d’esame. La stessa prova che, criticata o meno, è stata servita per anni agli alunni che, adesso, potevano almeno utilizzare la metodologia durante l’esame. E invece no. Si cambia. Evidentemente il ministro Marco Bussetti avrà l’incubò più ricorrente degli altri. Ma l’esame lo ha voluto cambiare. Peccato, perché forse avrebbe potuto contribuire a svelare l’arcano mistero per il quale i risultati migliori dei test sono al Nord Italia ma al Sud si concentrano i “cento”.

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Maturità, l’esame che è come Mystica, muta a ogni governo ultima modifica: 2019-02-03T21:29:22+01:00 da
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