“Nello specchio della scuola”, il libro del nuovo ministro dell’Istruzione

di Roberto Bosio, InfoDocenti.it, 16.2.2021.

Gilda Venezia

Il neo-ministro della scuola, dopo aver guidato il comitato di esperti sulla riapertura della scuola dopo lo stop iniziato a marzo 2020, ha pubblicato per “Il Mulino” un libro sulla situazione dell’istruzione italiana.

“Nello specchio della scuola”

Dopo una prima parte in cui il neoministro fa una carrellata sulle finalità nel tempo dell’istruzione – che in sintesi è passata dall’essere lo strumento per selezionare la classe dirigente al ruolo contemporaneo di produzione di lavoratori qualificati e di sviluppo della personalità in senso civile -, il saggio si occupa di delineare le sfide che attendono il mondo della scuola.

Lo stato attuale dell’istruzione

La lettura è comune a quella di altri. Solo per fare un esempio: l’Unione europea si era data come obiettivo fondamentale per la creazione di una “società della conoscenza” la presenza di almeno il 40% di giovani – ovvero di persone tra i 30 e i 34 anni – con la laurea. Nel 2019, questa quota in Italia resta bloccata al 27,6%. Peggio di noi in Europa c’è solo la Romania.

Il dato non è isolato ed è da leggersi in relazione con gli alti tassi di dispersione scolastica e i tantissimi Neet – il termine è l’acronimo inglese di Neither in Employment or in Education or Training, e indica giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione.

Una scelta miope

Secondo il ministro, questi risultati sono dovuti alla scelta scellerata di tagliare i fondi alla scuola dopo la crisi del 2008. Un errore pesante, perché oggi la competizione internazionale si gioca proprio sul progresso del capitale umano.

E per Bianchi c’è da considerare anche la correlazione – a livello individuale – tra titolo di studio e reddito (oltre al divario tra Nord e Sud).

La ricetta

Il neoministro dell’istruzione fa poi alcune proposte concrete su quella che dovrebbe essere l’architettura complessiva della scuola. Alcune condivisibili, come il rafforzamento della formazione professionale in capo alle regioni come antidoto all’abbandono scolastico, altre meno, come il taglio di un anno di scuola superiore.

I problemi della scuola sono complessi e non si possono risolvere solo con le leggi dell’econometri tanto cari al neoministro. E non si possono ottenere risultati solo spingendo sull’efficienza e la valutazione degli insegnanti. Specie se a valutare sono i Ds, come voleva Renzi.

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“Nello specchio della scuola”, il libro del nuovo ministro dell’Istruzione ultima modifica: 2021-02-16T09:12:13+01:00 da
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