di Carlotta Rocci, la Repubblica di Torino, 27.2.2018
– L’app realizzata a Torino ha già conquistato 1.200 insegnanti in tutta Italia. Cambiano anche le scuse dei ragazzi: “ho lasciato il quaderno a casa” diventa “non c’era la connessione”.
La prima cosa che notano i professori è che copiare diventa quasi impossibile. Agli studenti, invece, piace l’idea di avere il libro in tasca sullo schermo di uno smartphone. Una start up torinese è riuscita nell’intento di avvicinare due mondi che nell’immaginario comune non avrebbero potuto essere più distanti, il latino – lingua morta odiata da migliaia di studenti – e la tecnologia. Il progetto è nato due anni fa e oggi ha coinvolto circa 600 classi, quasi tutti licei classici e scientifici, di tutt’Italia. La creatura ideata dal team di Matteo Boero, co-fondatore e amministratore delegato di Maieutical Labs, si chiama Alatin ed una piattaforma web per lo studio del latino.
“Abbiamo proposto un metodo, un sistema complementare all’uso dei libri tradizionali”, spiega Boero. Chi ha studiato latino o greco ricorda bene le ore passate alla scrivania a ripetere declinazioni e regole di costruzione sintattica riempiendo quaderni di esercizi.
“Alatin però cambia la prospettiva – dice il suo fondatore – i ragazzi lavorano per obiettivi raggiunti. Se svolgi bene un esercizio raggiungi un obiettivo, se lo sbagli se ne genera uno nuovo per continuare la preparazione su un argomento. In questo modo gli studenti diventano più autonomi nello studio”. Alatin è il primo progetto con cui Maieutical Labs si rivolge direttamente alle scuole: “Abbiamo scelto proprio il latino perché è vero che i compiti sui quaderni, scritti a mano sono importanti, ma ci rivolgiamo a dei nativi digitali che nella loro carriera lavorativa useranno sempre meno carta e sempre più testi digitali. Il latino si presta a questo discorso più della matematica. Senza contare che da anni lo studio delle lingue trova alleati nel mondo delle applicazioni web”. E come per lo studio dell’inglese o del francese queste applicazioni potranno servire per offrire livelli di certificazione della conoscenza della lingua latina, una specie di “first certificate” valido anche all’estero dove la conoscenza del latino viene considerata un vantaggio nel percorso di studi.
Non è un caso che l’app piaccia di più ai licei scientifici piuttosto che ai classici, ancora un po’ tradizionalisti. Eppure tra i fan più calorosi della piattaforma nata a Torino c’è la professoressa Patrizia Manzella, insegnante al liceo Alfieri, una delle icone torinesi degli studi classici. Da due anni i suoi studenti non possono più copiare esercizi e versioni dall’enorme biblioteca che si trova su internet. “Sono costretti a fare gli esercizi da soli se vogliono raggiungere l’obiettivo”, spiega.
Nessuno dei suoi allievi potrà più raccontare la scusa più vecchia del mondo, del cane che si è mangiato il quaderno con i compiti. “Ora al massimo mi dicono che mancava la connessione o che il telefono si è rotto”. È il segno dei tempi che cambiano anche se l’astuzia degli studenti supera indenne l’esame degli anni che passano. “Dalla piattaforma io posso vedere i compiti svolti da tutta la classe, un algoritmo mi permette di capire quali sono gli errori più frequenti per tornarci in classe se ho l’impressione che una regola non sia chiara”. Manzella si definisce una professoressa tradizionalista: “Per me la versione e la scrittura a mano non si toccano ma Alatin si è rivelato un alleato utile anche perché essendo stati tra i primi ad utilizzarli i miei studenti si sono sentiti parte di una sperimentazione che ha innescato un comportamento virtuoso”. Oggi i docenti iscritti alla piattaforma sono 1.200 per un totale di almeno 70mila sessioni al mese.
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Ora il latino a scuola si studia con lo smartphone. E copiare i compiti non conviene ultima modifica: 2018-02-27T20:33:32+01:00 da