dal blog di Gianfranco Scialpi, 14.2.202.
Patrizio Bianchi, nuovo Ministro dell’Istruzione proseguirà il lavoro di L. Azzolina o rappresenterà un punto di discontinuità? I fatti ci diranno molto. Dovrà comunque pensare a come migliorare la convivenza del virus a scapito delle riforme.
Patrizio Bianchi, nuovo Ministro dell’istruzione
Patrizio Bianchi è il nuovo Ministro dell’Istruzione. Il suo nome circolava con una certa insistenza. Alla fine l’ipotesi è divenuta realtà. La lettura di questa nomina è semplice: l’operato di L.Azzolina non è stato ritenuto adeguato, all’altezza del compito. La violenta e improvvisa irruzione del Covid-19 nella scena mondiale, ha rimescolato le carte. Sicuramente la bolla sui banchi a rotelle costruita ad arte da alcuni politici (Salvini, Meloni, Renzi), organi di stampa (Il Messaggero, Il Tempo) e alcuni talk show (Rete 4) non l’aiutata. Ha commesso, indubbiamente degli errori, ma ha fatto ripartire 3/4 del sistema scolastico, proteggendolo il più possibile. Questo è avvenuto in un clima d’incertezza sui comportamenti del virus che non ha favorito valutazioni certe da parte dei virologi.
Patrizio Bianchi sarà costretto a proseguire il lavoro di L. Azzolina
Appena nominato sono partiti i “buoni consigli” al Ministro come voltare pagina rispetto alla gestione di L. Azzolina.. Questa mattina due esperti di aule scolastiche (T. Boeri e Roberto Perotti) hanno invitato P. Bianchi a definire criteri di valutazione per gli insegnanti, finalizzati a valorizzare l’impegno dei bravi insegnanti. Ovviamente nulla viene detto sulle modalità: pacca sulla spalla? Stretta di mano? Aumenti retributivi? In quest’ultimo caso dimenticano che i nostri aumenti sono vincolati dal D. Lv.29/93.
Ieri il neo Ministro ha iniziato a rilasciare interviste. Ha dichiarato: “La scuola deve tornare nel cuore di tutti, soprattutto di chi non va a scuola“. Ovviamente il pensiero è andato ai dispersi, agli abbandoni. Altra dichiarazione, molto più articolata: “Riporto tutti in classe, quando ero assessore in Emila-Romagna le scosse fecero a pezzi centinaia di edifici scolastici. Il Covid-19 è stato come un terremoto. L’obiettivo è riaprire tutto al più presto. L’istruzione non può interessare solo agli addetti ai lavori, ma è il cardine dello sviluppo del Paese”, afferma. Poi aggiunge: “Gli investimenti saranno fondamentali, ma c’è un elemento importante e non meno decisivo che è quello dell’ascolto. L’anno scorso, come presidente della commissione di esperti chiamata dal ministro Azzolina a studiare la ripartenza della scuola dopo il lockdown, ho ascoltato davvero tutti, dai docenti di ruolo ai precari, sino ai comitati delle mamme. E nella relazione che avevamo consegnato, diventata poi anche il mio libro, ci sono tutti questi elementi”
Ovviamente capiremo meglio le intenzioni del Ministro nei prossimi giorni attraverso i primi provvedimenti.
A mio parere dovrà gestire in primis la convivenza con il virus, continuando il lavoro di L. Azzolina, correggendolo e perfezionandolo. La messa in sicurezza delle scuole, soprattutto quelle superiori richiederanno un confronto deciso con le Regioni. Occorrerà pensare, inoltre alla nuova ripartenza a settembre. A mio parere anche l’anno scolastico 2021/22 sarà emergenziale per due motivi: il proliferare delle varianti del virus che espone anche i più piccoli al contagio e la mancanza di un vaccino under 18.
Tutto questo toglierà il tempo per pensare a grandi riforme. Non è un bene, ma il Covid-19 imporrà probabilmente il suddetto percorso.
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Patrizio Bianchi, proseguimento o discontinuità? ultima modifica: 2021-02-14T17:43:30+01:00 da