«Pensioni, il calcolo: con “Quota” 100 ridotte fino al 30%»

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Il Corriere della Sera 12.11.2018

– Le simulazioni condotte dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio nell’audizione sulla Manovra. A causa dei minori contributi versati l’importo incassato può ridursi anche di un terzo. Il taglio maggiore per chi anticipa di sei anni.«Pensioni, il calcolo: con “Quota” 100 ridotte fino al 30%»

In pensione con quota 100? Sì, ma potrebbe costare caro ai papabili pensionati. Lo stima l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) nella relazione, davanti a Camera e Senato, sulla manovra. Chi usufruisse della cosiddetta Quota 100 per andare in pensione, potrebbe infatti avere penalizzazioni sull’importo dell’assegno che crescono «da circa il 5 per cento, in caso di anticipo solo di un anno, a valori oltre il 30 per cento se l’anticipo è di oltre 4 anni».

I maggiori vantaggi, per chi sceglie Quota 100, saranno come aveva già scritto L’Economia, per chi ha iniziato a lavorare tra 22 e 26 anni, a patto di accettare una rendita considerevolmente più bassa (LEGGI QUI LE CARDS SU QUOTA 100)

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Il meccanismo

«Tuttavia – sottolinea la relazione – va considerato che in caso di anticipazione la rata pensionistica, di ammontare più basso, verrebbe erogata per un maggior numero di anni rispetto all’uscita con le regole Fornero», spiega la relazione.
«Per tenere conto di entrambi questi fattori che influenzano la scelta di pensionamento anticipato con segni opposti – livello della prestazione e numero di anni di beneficio – è necessario confrontare i valori attuali delle due rendite pensionistiche lorde nell’anno in cui si decide di sfruttare quota 100».
Eseguendo questo confronto, «il disincentivo è, come nel caso della differenza percentuale tra le due rate pensionistiche, crescente all’aumentare degli anni di anticipo pensionistico e raggiunge valori intorno all’8 per cento in caso di anticipo di oltre 4 anni», spiega l’Upb.
«Qualora l’intera platea utilizzasse il canale di uscita appena soddisfatti i requisiti potrebbe comportare un aumento della spesa pensionistica lorda stimabile in quasi 13 miliardi nel 2019 e sostanzialmente stabile negli anni successivi», ha detto il presidente di Upb Giuseppe Pisauro. Una stima «non direttamente confrontabile con le risorse stanziate nel Fondo per la revisione del sistema pensionistico per vari fattori: dal tasso di sostituzione dei potenziali pensionati con nuovi lavoratori attivi a valutazioni di carattere soggettivo (condizione di salute o penosità del lavoro) o oggettivo (tasso di sostituzione tra reddito e pensione, divieto di cumulo tra pensione e altri redditi, altre forme di penalizzazione)». La riduzione della pensione lorda per chi optasse per quota 100 rispetto al regime attuale andrebbe dal 5% in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30% con anticipo di oltre 4 anni.

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Incertezze e rischi

L’Upb traccia un quadro non roseo nemmeno sui dati generali della manovra. «Le grandezze della finanza pubblica programmate dal Governo appaiono soggette a rischi (indebolimento del quadro macroeconomico e impatto dell’evoluzione recente dei tassi di interesse) — si legge — e incertezze (l’efficacia delle misure di razionalizzazione della spesa, i tempi di attuazione delle norme sul reddito di cittadinanza» e sulla riforma del sistema pensionistico, l’effettiva realizzazione dei valori programmatici della spesa per investimenti)».

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