Il Messaggero, 7.1.2019
Ecco in sintesi conferme e novità dell’ultima bozza:
PENSIONE CON QUOTA 100, SI CUMULANO PIÙ GESTIONI: Per il triennio 2019-2021 si potrà andare in pensione anticipata con 62 anni di età e almeno 38 di contributi. Per arrivare ai 38 anni di contribuzione si potranno cumulare in modo gratuito i versamenti a casse previdenziali diverse, secondo le regole già previste per la pensione anticipata e per quella di vecchiaia. C’è invece un divieto di cumulo, sul fronte del reddito: chi esce con quota 100 potrà avere introiti aggiuntivi per massimo 5mila euro frutto di lavoro autonomo occasionale.
NON VALE PER CHI GIÀ IN PIANI DI USCITA ANTICIPATA: non potrà usufruire di ‘quota 100’ chi sia già inserito in un piano per l’esodo dei lavoratori anziani (la cosiddetta ‘isopensionè, per l’uscita fino a 4 anni in anticipo) o chi si è avvantaggiato di agevolazioni all’uscita attraverso i fondi bilaterali. Sempre i fondi bilaterali potranno anche finanziare un ulteriore ‘scivolò fino a 3 anni per uscire con quota 100.
PRIMA FINESTRA APRILE, USCITE SCUOLA SCATTANO A SETTEMBRE: previste diverse ‘finestrè per l’uscita anticipata. La decorrenza, una volta raggiunti i requisiti, è di tre mesi per i lavoratori privati e di sei mesi per chi lavora nella pubblica amministrazione, che dovrà anche presentare domanda sei mesi prima. Le uscite per chi abbia già raggiunto ‘ quota 100’ sono quindi previste dal primo aprile nel privato e dal primo luglio nel pubblico. Per il comparto della scuola, comprese le università, le uscite scattano invece con l’avvio del nuovo anno scolastico/accademico, quindi da settembre.
TFS DOPO ANNI PER PUBBLICI, ANTICIPO CON PRESTITO: ai dipendenti pubblici in uscita con quota 100 il trattamento di fine servizio verrà corrisposto al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Ma è prevista la possibilità per le pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni con le banche per l’erogazione anticipata. Si tratterebbe di un prestito con tassi di interesse a carico del lavoratore ma con limiti prefissati dalle convenzioni.
FINESTRA 3 MESI ANCHE PER ANTICIPATE E PRECOCI: con il decreto si blocca l’aumento di 5 mesi dei requisiti per la pensione anticipata. Si potrà quindi andare indipendentemente dall’età con 43 anni e 1 mese di contributi se uomo e 42 anni e 1 mese se donna. Anche in questo caso si introducono le finestre di tre mesi, previste anche per i lavoratori precoci, che potranno continuare a loro volta ad andare in pensione con 41 anni di contributi. Di fatto il vantaggio è di due mesi.
PACE CONTRIBUTIVA: Anche questa misura è sperimentale per tre anni. Si potranno riscattare in tutto o in parte i periodi non coperti da contribuzione per i quali non sussista obbligo contributivo (come ad esempio il congedo parentale facoltativo, ndr), fino a 5 anni. Sarà possibile solo per chi è interamente nel sistema contributivo.