di Alessandra Silvestri, Il Sole 24 Ore, 1.6.2017
– Il decreto attuativo approvato il 7 aprile esporta oltre confine il modello formativo ed educativo italiano, come riformato dalla legge 107 del 2015. Il decreto contiene numerose novità che è opportuno esa minare nel dettaglio.
Personale all’estero
Il periodo di permanenza fuori confine del personale italiano passa da nove anni a due periodi, ciascuno di sei anni, intervallati da un rientro di almeno sei anni in Italia, per non perdere il contatto con la realtà nazionale. Il piano di formazione nazionale, che è previsto per il personale in servizio in Italia, si estende anche al personale delle scuole italiane nel mondo.
Il personale in servizio all’estero potrà godere dell’indennità di richiamo alla fine del servizio e di una serie di benefit elencati nel dettaglio nel pezzo in basso.
La cabina di regia
Si apre una nuova stagione per la collaborazione tra Istruzione ed Esteri che, di concerto, istituiscono una cabina di regia per la messa a sistema delle scuole italiane nel mondo e l’attuazione di altre iniziative all’estero, ai fini della diffusione della lingua e della cultura italiana.
Nello specifico Miur e Maeci si preoccupano di:
istituire, trasformare o ridefinire le scuole statali all’estero e autorizzare eventuali varianti, a seconda delle necessità locali;
riconoscono la parità scolastica e istituiscono sezioni italiane all’interno di scuole non italiane;
avviano collaborazioni con soggetti pubblici e privati;
definiscono i requisiti culturali e professionali del personale da inviare all’estero;
definiscono gli obiettivi, le modalità e i criteri per la valutazione dell’offerta formativa e delle altre iniziative.
Il Miur, per la prima volta, seleziona il personale da destinare alle scuole all’estero e dedica una sezione del portale unico della scuola al sistema della formazione italiana nel mondo (per un approfondimento si veda il pezzo in basso).
Soggetti pubblici e privati
Le azioni finalizzate alla diffusione della cultura italiana nel mondo prevedono, per la prima volta, la partecipazione di soggetti privati e di realtà che, senza scopro di lucro, da anni operano in questo settore. L’articolo 11 specifica meglio il ruolo degli enti gestori.
L’accesso ai ruoli presso scuole italiane all’estero sarà subordinato al possesso di requisiti culturali e professionali a garanzia della qualità del sistema della formazione italiana nel mondo. Saranno, infatti, richiesti specifici titoli fra cui quelli linguistici, con particolare riferimento all’insegnamento della lingua italiana, come lingua seconda o lingua straniera.
La legge 107 del 2015 prevede, tra le altre cose, l’assegnazione alle scuole di un contingente destinato al potenziamento dell’offerta formativa.
Il decreto estende tale prerogativa anche alle scuole italiane all’estero che, con l’entrata in vigore dello stesso, accoglieranno personale dedicato al potenziamento delle competenze in ambito artistico e musicale e alla diffusione delle tecniche di produzione delle immagini e del suono.
Il decreto preve inoltre che il contingente di personale destinato alle scuole sia comprensivo di docenti di sostegno: il che dovrebbe impattare sull’organico con un potenziamento di circa cinquanta unità.
La pagella alle scuole
Anche le scuole italiane all’estero saranno valutate. Il neonato sistema di valutazione nazionale si estende infatti anche alle scuole all’estero.
Il processo di valutazione riguarderà:
qualità dell’offerta formativa e dell’insegnamento;
interventi realizzati;
performance del personale.
Le scuole all’estero partecipano, infine, all’attuazione del Piano digitale: si prevedono finanziamenti per 520.000 euro.
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Per i docenti italiani all’estero «trasferta» allungata a 12 anni ultima modifica: 2017-06-01T06:17:12+02:00 da