di Giulia Boffa, Orizzonte Scuola 1.6.2015.
Come si diventa insegnanti nella scuola secondaria oggi e come lo si diventerà con l’approvazione del DDL Scuola. I deputati PD chiariscono in alcune schematiche FAQ la differenza tra i due sistemi.
Il PD afferma
9) Come si diventa insegnanti nella scuola secondaria oggi, a legislazione vigente (ovvero, PRIMA del ddl scuola)?
A) Si consegue una laurea 3+2 (sostenendo alcuni esami per acquisire crediti specifici a seconda della classe per la quale si vuole concorrere).
B) Si sostiene una selezione per classe di concorso con pre-test, prova scritta e prova orale, pagando una tassa per l’iscrizione al test.
C) Superata la selezione si accede al Tirocinio Formativo Attivo. Pagando una tassa che si aggira attorno ai 2500€ si accede ad un corso di un anno con lezioni dirette, indirette e tirocinio a scuola. Superato l’esame finale si consegue l’abilitazione sulla classe di concorso per la quale si è superata la selezione.
D) Si partecipa ad un concorso, vinto il quale si accede al ruolo. Superato l’anno di prova si è assunti a tempo indeterminato.
TEMPO MINIMO IMPIEGATO: 8 anni. Spese minime: 3000€
9 BIS) Come si diventerà insegnanti di ruolo nella scuola secondaria una volta applicato quanto previsto all’articolo 23 del DDL scuola (NON vale per coloro che hanno conseguito il Tfa, per cui continua ad applicarsi in via transitoria il vecchio sistema)
A) Si consegue una laurea 3+2 (sostenendo alcuni esami per acquisire crediti specifici a seconda della classe per la quale si vuole concorrere)
B) Si sostiene una selezione per classe di concorso
C) Si inizia un apprendistato di tre anni, con progressiva responsabilizzazione. SI viene retribuiti fin dal primo giorno, anche se la prima fase del percorso è di studio e tirocinio
D) Al termine dei tre anni, che comprendono specializzazione e tirocinio (stile vecchia SSIS, ma retribuita) e anno di prova, si entra in ruolo
TEMPO MINIMO IMPIEGATO: 8 anni (di cui tre retribuiti). Spese minime: spese di segreteria, retribuzione per tre anni
Fin qui il PD. Dunque, a parità di tempo non si spenderanno più i soldi del corso di abilitazione (attuale TFA), ma solo quelli di partecipazione al concorso ed eventuali spese di segreteria (ricordiamo che questo è quanto approvato alla Camera il 20 maggio 2015, adesso bisogna attendere la valutazione che ne farà il Senato).
La situazione attuale. E’ in dirittura di arrivo il II ciclo TFA (conclusione dei corsi prevista per il 31 luglio 2014, in tempo per fruire della finestra semestrale che permette il passaggio dalla III alla fascia GI).
Il Ministero prevede di bandire, entro il 1° ottobre 2015, un nuovo concorso a cattedra per 60.000 posti. Non sappiamo ancora quali classi di concorso saranno coinvolte.
Riusciranno 60.000 posti (ma il numero non è certo ufficiale) a smaltire le attuali seconde fasce delle graduatorie di istituto? E se invece rimanesse fuori un’alta percentuale di abilitati?
Un’altra ipotesi al vaglio è quella del concorso riservato per titoli, quindi senza prove. Si tratterebbe di un sigillo (se nel mondo della scuola esiste ancora qualcosa di certo) all’assunzione.
In tale prospettiva un altro ciclo TFA, il III, sarebbe inutile e dannoso (e altrettanto le richieste di un PAS). Si verrebbero a creare altri abilitati ai quali garantire un ulteriore concorso. E tuttavia come non tener conto dell’attuale terza fascia delle graduatorie di istituto? Per essi la prospettiva è l’inserimento nel nuovo modello di formazione (quello per cui prima superi il concorso e poi stai in apprendistato per 3 anni).
Quali i tempi? La delega contenuta nell’attuale art. 23 del DDL Scuola ci dice che il Governo ha 18 mesi per adottare uno o più decreti legislativi. Anche a non voler considerare il fatto che molti docenti attualmente iscritti in terza fascia GI potrebbero aver conseguito la laurea prima del 23 giugno 2014, ad andar bene il prossimo concorso potrebbe svolgersi non prima dei prossimi due e forse tre anni. Quindi 5 anni laurea, 3 anni per accedere al primo concorso utile, più 3 anni di apprendistato.
E questo – lo ricordiamo ancora una volta – nell’ipotesi del concorso riservato per la seconda fascia.
La riforma zoppica, comprendiamo la necessità di lasciare un’impronta anche sulla formazione iniziale degli insegnanti, ma si pensi con accuratezza alla fase di transizione, si facciano bene i conti con i tempi di realizzazione, si dia ai futuri insegnanti la certezza di un percorso, ben definito, uguale per tutti.
Non è specificato ad es. quale sarebbe il percorso per la scuola di infanzia e primaria, se il circolo abilitazione + concorso potrà rimanere ancora come modello di formazione, considerato che è già stato bandito il nuovo corso di laurea di scienze della formazione primaria per l’a.a. 2016/17.
Non è specificato neanche quale sarebbe la procedura per gli insegnanti di ruolo per conseguire una nuova abilitazione (o l’utilizzo su classi di concorso per le quali si possiede solo il titolo di studio ha reso retrò anche la formazione specifica?)
Piano assunzioni: le proposte dei sindacati in Senato puntano alla II fascia di istituto ultima modifica: 2015-06-01T20:59:31+02:00 da