di Salvatore Pizzo, dalla Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, 5.5.2019
– Recentemente il decisore politico ha abolito le sanzioni previste per gli alunni delle scuole elementari previste da un Regio Decreto del 1928, contemporaneamente è stata disposta la reintroduzione dell’insegnamento di educazione civica che dovrà essere inserito a “costo zero”, in pratica sottraendolo al monte ore delle altre materie senza aggiungere alcuna risorsa in più.
Tuttavia, il legislatore non ha toccato un altro punto caldo della scuola: i comportamenti aggressivi e la colpa in educando di non pochi genitori. Il Ministero dell’Istruzione quasi mai agisce nei confronti delle persone che offendono, minacciano e aggrediscono i docenti. Noi della Gilda lo facciamo comunque, ma in proprio e senza remora. Non è tutto, il Ministero mai agisce legalmente per chiedere ai genitori, responsabili delle azioni dei loro figli, la refusione dei danni per le azioni di prevaricazione e di danneggiamento commesse da un esercito di bulletti sostenuti e difesi dalle loro famiglie, alcune delle quali pretendono di decidere e sindacare in merito alle attività proprie dei docenti. Ignorano che la libertà di insegnamento è garantita dalla Costituzione e pretendono di avere voce in capitolo.
Contemporaneamente i docenti oltre ad essere vittime di comportamenti inammissibili, talvolta anche delinquenziali, di genitori e alunni sono anche sottoposti ad un’impropria “vigilanza” disciplinare da parte dei dirigenti scolastici, i quali per qualsiasi inezia possono arrivare a comminare sanzioni. Fortunatamente quando si arriva in Tribunale spesso perdono e anche goffamente.
Spesso le vittime di questo andazzo sono quegli insegnanti che maggiormente resistono e reagiscono alle prepotenze di certi studenti e genitori, che oggi sono spesso considerati clienti “che hanno sempre ragione”, ciò in barba all’autorità del docente che fino a prova contraria è pubblico ufficiale.
Purtroppo il Ministero dell’Istruzione non censisce nemmeno le procedure di questo tipo, sono di sua competenza solo quelle che possono superare i 10 giorni di sospensione.
A tutto ciò si aggiunge che una grande quantità docenti precari e non, moltissimi laureati e specializzati, che ricevono una paga che si avvicina alle soglie della povertà e in più devono anche sopportare soggetti che pretendono di entrare a scuola e decidere senza averne titolo.
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Salvatore Pizzo, Coordinatore Gilda degli Insegnanti Piacenza e Parma
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